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31 ottobre 2008

Tirando le somme

Due anni esatti dall'inizio del Percomorfo.

Confesso che mi diverto molto a tenere in ballo 'sta cosa. Sono contento che anche altri si siano buttati, o che si stiano buttando, nella blogosfera. Il blog di Livio è fantastico; quello di Enrico promette scintille e so che anche altri ci stanno pensando (Davide, che cosa stai aspettando?).
Su tutti però ringrazio rogolino mio bello e il conte Zaroff (quello delle Sarracenie), quando inziai scrivevo più per loro che per me.

Visto che qualcuno ogni tanto mi chiede qualcosa riguardo a quello che ho al momento do un' aggiornata generale prima del fine settimana. Manca un pò di roba all'appello ma grosso modo le cose importanti le ho messe.


Comincio dall'interno:


Queste sono le due vaschette gemelle.



In quella sulla scrivania ci sono un gruppo di Nannostomus marginatus e di Corydoras pygmeus.






In quella a destra ci sono gli Sphaerichthys osphromenoides.
(li ho spostati in una vasca più piccola per poterli gestire meglio...c'è da lavorarci su e parecchio anche)


60x40 mudwellwer
(femmina di kungweensis ho trovato il maschio e appena posso lo vado a prendere)


80x40 (se li trovo ci vanno i gobidi, al momento qualche L260, una femmina di Copella arnoldi di cui sto cercando il maschio)


Finisco con l'esterno:

Vasche con gli Aphanius fasciatus. I piccoletti hanno retto bene al pauroso abbassamento di pressione e temperatura di questi giorni. Sono indistruttibili. I mop non li ho più messi se ne riparla in primavera.



Scorcio delle vasche con piante acquatiche




Purtroppo non ho avuto la possibilità di mettere pesci quest'anno (ne avevo parlato in un altro post sulle possibili specie da inserire). Peccato, sarà per l'anno possimo.
In foto si vede la crescita abnorme di Aeschynomene fluitans. Visto che con ogni probabilità non passerà l'inverno all'esterno e visto che non ho pensato a "fare" dei semi, chiunque ne volesse un pò da mettere in in una vasca dentro casa (aperta e con forte illuminazione) non ha che da chiedere. Farebbe un favore alla pianta e a me. Questo vale anche per l'Eichornia crassipes e per un vasetto di Michrantemum micranthemoides. Ovviamento cedo a titolo gratuito. Fatemi sapere!

Queste sono per i succitati Zaroff e Rogolino.

Sarracenia leucophylla

Sarracenia alata




24 ottobre 2008

Il primo amore


E' stato un colpo di testa. Ma non ho resistito.
Gli Sphaerichthys osphromenoides sono la mia specie feticcio. Dall'ultima volta che li ho avuti sono passati diversi anni. Spero di portarli alla riproduzione questa volta (cosa che non mi era riuscita pur avendo allevato un gruppo di S. osphromenoides per più di due anni).
Qualche anno con le "mani a mollo", e la positiva esperienza con le Malpulutta kretseri, spero possa fare la differenza.
L'acqua non è ancora perfetta ma ci sto lavorando. Il cibo (vivo), non manca. La vasca è di buone dimensioni ed è tutta per loro.

Fatemi gli auguri che questi schiattano anche solo a guardarli male.

Vado a torbare l'osmosi (che per me è un pò come l'odore del napalm la mattina appena alzati!).

17 ottobre 2008

Rendez-vous sulla luna.

Nel bel mezzo della "struttura" gouldiana ho poco tempo per seguire il blog.
Chi lo ha affrontato a suo tempo sa di cosa parlo.

Nei ritagli di tempo inseguo la mia ultima "scimmia" ittiologica. Per scaramanzia non dico nulla.
Lascio una foto come indizio...no, non è la luna boscosa di Endor.


02 ottobre 2008

Mahengechromis (dall'eocene alla blogosfera il passo è breve)

Qui e sul mio blogroll trovate un nuovo blog che ha tutti i numeri per diventare una roba interessantissima.

Livio, che per inciso è biologo e divulagatore, è uno dei pilastri fondatori di AIC (Associazione Italiana Ciclidofili).
Mica percomorfi qualsiasi.

Era da tempo che mi chiedevo del perché l'ittiologia e i ciclidi fossero cosi poco diffusi nel mondo dei blog. In italiano, di specifico, non c'è niente e anche nella blogosfera anglofona le cose non vanno meglio. Avete presente il "dove sono tutti quanti?" del paradosso di Fermi?
Ecco mi sentivo cosi.
Quindi ora sono doppiamente contento.
Sono contento perché, se sui forum popolari parlare di ciclidi e/o pesci è praticamente impossibile (personalmente ci ho rinunciato), avere uno come Livio con un suo blog è un fatto estremamente positivo.
E lo sono ancora di più perché Livione è uno di noi; uno che si è completamente affrancato dalle logiche acquariofile e che mette al centro dell'attenzione i pesci e la loro storia naturale.

Il pesce che è in noi



Immagine di Il pesce che è in noi. La scoperta del fossile che ha cambiato la storia dell'evoluzione

Il sottotitolo recita una frase piuttosto ambigua figlia, credo, del battage pubblicitario. Nessun fossile può cambiare la storia dell'evoluzione. Le nuove scoperte possono darne una visione più accurata questo si, ma come lo stesso Shubin ammette " [il fossile] è stato trovato esattamente in corrispondenza del periodo temporale e del tipo di ambiente in cui ci si poteva aspettare di trovarlo". Anche definirlo anello di congiunzione presta il fianco a qualche perplessità. "Il nostro fossile è un meraviglioso intermediario tra i pesci e i loro discendenti sulla terraferma, ma le probabilità che sia un nostro antenato sono davvero remote. E' piuttosto un cugino dei nostri antenati". Con buona pace dei fanatici della catena dell'essere.

Mi aspettavo un libro incentrato sulla paleoittiologia e dell'affascinante, e ridondante, transizione acqua/terra. Il tema trattato è in verità molto più ampio. Quello del Tiktaalik roseae è più un pretesto per applicare, e ampliare, i nuovi dettami delle biologia evolutiva dello sviluppo all'uomo, piuttosto che il tema centrale dell'opera.
Shubin ricorre per tutto il libro agli strumenti dell'anatomia comparata classica, dell'embriologia e della biologia dello sviluppo in chiave evolutiva (evo.devo). L'esposizone è sempre chiara, semplice ed efficace. Un testo divulgativo al 110%; niente speculazioni teoriche, pochi tecnicismi e tanta sostanza.

In definitiva un libro fatto bene e che consiglio a tutti. Chiudo con la quarta di copertina, tratta da un recensione del Financial Times che è spassosissima:

Se volete capire l'evoluzione dell'uomo e degli altri animali leggete questo ottimo saggio. E se siete creazionisti, leggetelo comunque e poi pentitevi.