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31 marzo 2009

Flussi laminari


l'universo [...] è scritto in lingua matematica
Galileo Galilei



Equazione di Reynolds:

Re = pUL/v


Questa i pesci la conoscono bene.


Beaufortia cf. kweichowensis


.

23 marzo 2009

Mostra Darwiniana

foto di Bernardo


Come dicevo un paio di settimane fa la cosa andava metabolizzata. Andava metabolizzata perché vivere un anniversario del genere è importante ma anche perché la mostra di per sé lascia spazio a qualche riflessione.
Se nel centenario del '59 l'evento caratterizzante fu il manifesto della Sintesi Moderna (che tanto ha influito e tanta influenza ha ancora oggi), ora viviamo un momento ancora più entusiasmante. La rivoluzione molecolare è nella sua piena maturità, la biologia dello sviluppo ha apportato nuova linfa nell'ambito che sembrava meno promettente (quello strutturalista) e la voglia di teorie davvero unificanti porta a collaborazioni inimmaginabili fino a qualche anno fa.

In tutto questo ribollire di nuove idee celebrare Darwin ha ancora un senso?
Potrebbe sembrare un pretesto più che un omaggio reale.

Confesso che è con questo spirito che ho visitato la mostra. Cercare una motivazione più tecnica che storica (nessuno infatti può mettere in dubbio l'importanza storica dei suoi lavori) nella collocazione centrale che Darwin ancora occupa nelle scienze della vita.

Molto arbitrariamente inizio dalla fine del percorso scelto dai curatori.
Uscendo, infatti, la prima sensazione è che manchi qualcosa....anzi qualcuno. Mancano i De Vries gli Owen i Dobzhanski i Simpson e i Mayr. Mancano perché, e questa è stata la risposta alla sensazione a caldo, la mostra è dedicata a Darwin e non all'evoluzione (ed è una cosa da tenere a mente). Il percorso si snoda tra la crescita fisica e intellettuale degli inizi, il viaggio e i dubbi, la domande e la risposta. La mostra è lineare, la scelta delle cose importanti sembra felice e azzeccata. Molti i documenti originali esposti. Bellissima la sezione dedicata al primo darwinismo italiano ( meriterebbe molto più spazio). Carine e didattiche le soluzioni per l'evoluzione dell'uomo (un aggeggio complicato ma estremamente chiarificatore) e quella per l' evo-devo con lo sviluppo comparato degli embrioni; molto suggestiva anche la parte dedicata a Down House. Stonano un pò gli allestimenti con animali vivi; non per repulsione animalista ma perché è evidente che è un concessione che si è fatta a beneficio di un pubblico di "massa" e che nulla porta al discorso centrale della mostra. Non importa, vista l'affluenza e visto il numero di bambini presenti i curatori hanno sicuramente avuto ragione su questo aspetto.

Sul fatto se abbia senso o meno celebrare Darwin in ambito "operativo", la mia è una domanda a cui ancora non so dare una risposta e che quindi lascio in sospeso.
Il giudizio è invece estremamte positivo per la mostra. Ottima negli intenti e ottima, con pochissime riserve, nello svolgimento.

Qui trovate il sito di riferimento.
Segnalo anche il bookshop del Palazzo delle Esposizioni. Oltra a trovare il catalogo della mostra firmato da Eldredge troverete anche decine di titoli sull'evoluzione, molti dei quali non sono più presenti comunemente in libreria (il bookshop è accessibile anche al di fuori della mostra).



16 marzo 2009

Opuscoli


By Cláudio Dias Timm [CC-BY-SA-2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons


Tempo fa due simpatiche vecchine (SV) mi fermano davanti al lavoro:

SV: possiamo lasciarle i nostri opuscoli?

Io: sono gratis?

SV: certo! Eccoli.
(me ne passa uno ma vedo che ne avevano anche un altro)

Io: ma no mi dia anche l'altro
(tanto sono gratis)

SV: però li legga. Dopo magari può anche buttarli, ma li legga mi raccomando.

Io: li leggerò sicuramente.

Li rigiro tra le mani per qualche secondo.
Il primo parlava della fine del mondo ad opera di un meteorite (con tanto di famigliola abbracciata in copertina che scruta il cielo in attesa dell'imminente deep impact) e la copertina dell'altro faceva riferimento al giudizio universale o alll'inferno in terra o qualche altra cosa da cagarsi addosso dalla paura.

SV: lei è credente?

Io: Ehmmm...no.

SV: va bene, li legga lo stesso però. E' stato cosi gentile a parlare con noi (e chi lo sapeva chi eravate), sa, di solito la gente non ne vuol sapere di queste cose e non accetta mai i nostri opuscoli (ma va? sciocco io a pensare che parlare di morte, distruzione e inferno in terra fosse un ottimo approccio alla conversazione).
Li leggerà allora? (e daje)

Io: Si si li leggerò...beh...certo che...insomma: speriamo di non impressionarci!
Abbozzo un sorriso cercando conforto nelle vecchine (io mi impressiono facilmente). Speravo dicessero, che so " ma no non ti preoccupare questa è propaganda, mica Dio permette al Diavolo 'ste cose", oppure " ma dai che quella del meteorite è un montatura". Invece le due abbozzano un sorriso forzato e se ne vanno.


Ieri me ne arriva un altro tra le mani. Deve essere l'ultimo numero perché questo la volta scorsa non c'era nella sporta delle vecchine.
In copertina campeggia la scritta "Stiamo rimanendo senza acqua?"(a parte il fatto che dovrebbero decidere di che morte si deve morire, se di sete o polverizzati da un meteorite o per mano del Diavolo, appare evidente che la redazione deve essere permeata da un idilliaco ottimismo).
Vabbeh, questo impressiona meno e decido di sfogliarlo.

Sfoglia che ti sfoglia mi trovo di fronte ad un bel quesito evolutivo riguardante la forza straordinaria e    l'estrema leggerezza del becco del Tucano.  L'articolo ha una chiosa finale retorico-creazionista che fa supporre, al di là di ogni ragionevole dubbio, che quella struttura non può e non deve essere ricondotta al "caso" ma ad un progetto di un essere senziente esperto nella materia.




Ma se quello che comanda tutto è un ingegnere, invece che star li a progettare becchi per uccelli tutto il giorno, cosa cavolo aspetta a risolvere il problema del meteorite!!!

09 marzo 2009

La struttura della teoria dell'evoluzione


Stefano ha ragione. Se si finsce la "struttura" un pò si deve festeggiare. E allora festeggiamo.
Ma prima volevo fare un elenco di motivi, buoni e meno buoni, sul perché iniziare una lettura del genere (con qualche consiglio pratico).

Cominciamo con quelli buoni:

-Per il compendio storico che occupa tutta la prima parte del libro.

-Per la dettagliata spigazione degli equilibri punteggiati

-Per l'analisi tecnica della biologia evolutiva dello sviluppo

-Per la tassonomia accurata degli attamenti (exattamenti e adattamenti)

Quelli meno buoni ma pur sempre validi:

-Perché viene descritta una vera teoria unificante della biologia

-Perché racchiude tutta la carriera professionale di Gould.

-Perché è un paletto a cui si dovrà fare riferimento

-Perché è scritto in maniera deliziosa

Questi, per sommi capi, i motivi che trovo importanti per prenderlo e per imbarcarsi in una lettura cosi impegnativa.

Ora qualche consiglio sulla "gestione":

- Togliete la sovraccoperta per leggere il tomo. Troppo leggera in relazione al peso e all'ingombro; rischiate di ridurla a brandelli prima di pagine 500.

-Scegliete un posto d'elezione per leggerlo. In bagno è complicato...pesa troppo e vi si addormenterebbero braccia e gambe.

-Se volete portarlo sui mezzi pubblici assicuratevi che rientri negli standard dimensionali del bagaglio a mano esente da biglietto supplementare.

-Leggetelo a mente fresca (non la sera tardi), pena il dover ripercorrere interi capitoli dilatando in maniera esponenziale il tempo di lettura.

-La seconda parte è un pò più tecnica. Alcuni termini e concetti sono dati per scontati. Tenete Wikipedia a portata di mano.


"La struttura della teoria dell'evoluzione" ha totalizzato il più
grande numero d'orecchie della storia, sia in totale, sia
proporzionalmente alle pagine.

Danilo
it.scienza.biologia




Beh non si sbagliava affatto. Il libro è ricchissimo di fatti, persone, ipotesi e teorie. Ma Gould non regala nulla non illudetevi. La lettura richiede attenzione e molti passaggi vanno riletti con tutta calma (anobii non mente: a leggerlo ci ho messo più di 14 mesi). Un pò sembra farlo apposta e, tutto sommato, se lo può permettere. I vari capitoli trasudano amore e passione e in alcuni punti appaiono evidenti i sassolini che Gould si toglie dalle scarpe (una sezione è dedicata interamente agli oppositori preconcetti dell'equilibrio punteggiato e agli attacchi personali subiti nel corso della sua carriera).
La cifra stilistica è a tratti autocelebrativa e a tratti pedante. Ma va bene cosi. Descrivere lo stato dell'arte di una disciplina cosi vasta meriterebbe un plauso a prescindere. Tutta l'opera è un duetto a distanza temporale con Darwin che Gould fa rivivere senza le mortificazioni spicciole che alcuni autori, in difetto di umiltà, infliggono spesso al barbuto di DownHouse. Nel complesso il testo scorre come una cavalcata impetuosa con poche pause di riflessione (all'interno delle quali il rischio di impantanarsi è alto). L'imponente bibliografia testimonia la solidità dell'impianto gouldiano e l'accuratezza delle basi su cui l'edificio si sviluppa. Nonostante ciò molte sono le domande che rimangono ancora aperte e molti i campi d'indagine che Gould lascia alle generazioni future. Consapevole dell' imminenente dipartita mentre scriveva gli ultimi capitoli, Stephen Jay sapeva di lasciarci una ricca eredità che oggi appare impossibile sperperare.

03 marzo 2009

Happy Hour al Museo:


Chiare fresche e dolci acque...

Incontri del mese di Marzo - L'acqua, il fiume

Interverrano all'incontro Giuseppe Capelli (Università RomaTre) e Sergio Zerunian (Parco Nazionale del Circeo)

Cliccando sul nautilo trovate tutte le informazioni sulla serata.
Se riesco ad andare poi commento qua.

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A questa non sono riuscito ad andare ma in compenso ieri, domenica 8, sono andato a vedere la mostra su Darwin al palazzo delle esposizioni. Per ora non dico nulla, poi scriverò qualcosa (va metabolizzata ancora un pò).