
Ci sono cose che noi umani, oltre a non poter mai immaginare, non potremmo mai neanche comprendere fino in fondo.
Le dieci (o undici) dimensioni delle cromodinamica quantistica, il genio incompreso di Clive Cussler e quel maledetto timeout che chiamò Chris Webber nella finale del '93 contro North Carolina*.
Ma a parte queste pochi ma essenziali esempi, il nostro percorso di specie ci ha precluso molte altre cose.
L'avere pochi sensi, neanche tanto sviluppati, non ci consente di apprezzare appieno alcune strutture e apparati sensoriali di uso comune nel mondo animale. I pesci, che in quanto ad apparati sensoriali non sono secondi a nessuno, sono i più incompresi. Usano, complice anche il mezzo in cui vivono, strutture, apparati e tessuti in modo originale e magistrale.
Cercare di capire cosa e come "sentono" è il passo inziale che va fatto per comprendere il comportamento di un qualsiasi organismo. Cosi troviamo la prima parte del libro che segnalo in questo post , completamente dedicata ai "sensi". Le altre due parti del testo sono dedicate alle abilità cognitive e alle "scelte" che i pesci fanno tutti i giorni.
Non vorrei però che questo preambolo limitasse nella comprensione del valore di questo libro.
E' uno dei miei preferiti. Nessuna foto, ma solo disegni b/n, lo stile è senza fronzoli e lineare nell'esposizioni dei concetti. Purtroppo non esiste un edizione in italiano ma si legge bene anche se non si ha una conoscenza ottimale dell'inglese. L'autore, un ittiologo candese, è riuscito nel difficile compito (che finora è riuscito davvero a pochi), di traslitterare le conoscenze del mondo scientifico dell'ittiologia nel mondo hobbistico.
Parafrasando le parole di Wayne S. Leibel dopo aver letto questo libro non guarderete più con gli stessi occhi i pesci nelle vostre vasche
*ibidem