28 maggio 2014

Pesci accetta che non lo erano




Su di una galleria di Repubblica, dedicata alla foto più strane della rete, compare la foto qui sopra che ritrae due pesci abissali. Il nome volgare anglofono è Hatchetfish, pesce accetta. I nomi volgari non sono come quelli scientifici, ridondano parecchio e creano confusione. Perché i pesci accetta sono anche questi (che sono piccoli, d'acqua dolce, sudamericani e anche bellini)

Edit: le foto non sono più disponibili, qui facevo riferimento a delle Carnegiella strigata

E nella didascalia della foto di Repubblica la foto in alto ha il nome della specie in basso. Sono entrambi pesci accetta. E' un errore banale e innocente ma magari qualcuno con molto più tempo di me avrà la voglia di indignarsi (voglia che spesso trovo del tutto ingiustificata ma sempre molto simpatica).


Questo post quindi andrà avanti analizzando la semiotica del pesce accetta, il ruolo della tassonomia zoologica nelle iniziative editoriali digitali e l'esigenza di scrivere un post sul nulla pur di dare un segnale anti entropico.

Oppure potrei cercare di fare l'unica cosa saggia: giungere alla verità.
Quale verità?
Che il pesce accetta non esiste.



26 aprile 2014

Due canali Youtube che un video vale più di mille foto.




Questo è il canale di Ivan Mikolji. Video snorkling nei fiumi e laghi venezuelani. Vedere i pesci in natura ha sempre un fascino incredibile.





Questo canale invece è tenuto su da due ragazzi che bevono birra, fumano sigarette, dipingono e parlano dei loro 8 acquari. Hipster e acquari, era solo questione di tempo. I video sono belli, i ragazzi sono simpatici e anche se alcune cose sono discutibili, ecco, a me piacciono molto.


14 marzo 2014

Labeo Barbus Crossocheilus Puntius Sahyadria, verso l'infinito e oltre, denisonii



By Michał Zalewski (Own work) via Wikimedia Commons

Del vecchio Puntius denisonii ne ho parlato qui, qui e qui (non si cliccano i qui perché non mi andava di ipertestualizzarli, troppo stanco, però lo fanno tutti e rende il post più autorevole anche il solo sapere che si è scritto in precendenza qualcosa che valga la pena rileggere). 

Vabbe' gli hanno cambiato il generico in Sahyadria, il cambiamento prevede pulizia filetica e ricollocazione sistematica di chi nel gruppo centrava poco. Lo specifico rimane lo stesso come anche data di descrizione e descrittore. Insomma sotto le foto, o se volete scrivere una cosa fatta giusta, ora si scrive:


Sahyadria denisonii (Day, 1865)


Fin qui la notizia è vecchia. Se siete del giro la sapete già. Ma se siete del giro e siete pure un pò nerd allora scaricatevi l'articolo da qui (stavolta funziona) e godetevi 'sta cosa  che a me piace tanto e mi ci incastro sempre come se non ci fosse un domani.
Che poi questo tipo di rappresentazioni dei rapporti tra viventi sembrano fatte per animali a simmetria radiale, tipo i ricci di mare. Secondo me un riccio di mare autocosciente coglierebbe al volo la complessitaà di questo tipo di grafica. Abbiamo mandato sonde fuoi dal sistema solare e facciamo disegni buoni per gli echinodermi.

08 febbraio 2014

Pseudosphromenus cupanus


Pseudosphromenus cupanus Cuvier, 1831
Sir Francis Day, Fauna of British India (Fishes, Volume 1 and 2)



La scienza vive di un linguaggio tutto suo ma allo stesso tempo universale. E' un linguaggio strano che tutti, in tutto il mondo, possono capire. La riproducibilità prima di tuttto e la prosa dopo tutto il resto. Si introduce la ricerca, si spiegano i materiali e i metodi utilizzati per la riproducibilità universale del lavoro, si illustrano i risultati e se ne traggono le conclusioni. Capita anche che la scienza scriva cose che gli acquariofili scrivono sulle riviste acquariofile da almeno 50 anni. Fa strano quindi leggere un articolo scientifico sul comportamento riproduttivo di una specie tropicale ornamentale. L'approccio è diverso ma i risultati tutto sommato sono gli stessi. 

Qui potete scaricare e leggere un articolo sulla riproduzione di Pseudosphromenus cupanus, un anabantoide asiatico non particolarmente bello e diffuso in commercio ma che è facile da riprodurre e che mostra il canone riproduttivo dei costruttori di nidi di bolle. 



20 dicembre 2013

Copella arnoldi


By Zikamoi CC-BY-3.0 via Wikimedia Commons
Copella arnoldi (Regan, 1912)

A volte capita ancora di fare cose divertenti. Capita anche di avere una vasca a disposizione che per come e` stata concepita proprio non funziona. E allora si abbassa il livello dell acqua si mette una bella radice semiemersa e ci si incastrano tre specie vegetali idonee a fare tutto da sole¹. Poi, se in mezzo agli ordini settimanali di routine, si riesce a mettere una specie a cui si e guardato con interesse per anni ma che non si è mai avuta occasione di prendere, allora la cosa si fa interessante. Si fa interessante perche' quell' Anubias barteri dalle foglie cosi grandi pare proprio fatta apposta per dei pesci che depongono fuori dall'acqua. Copella arnoldi non e' l'unica specie che lo fa ma e l'unica che lo fa in maniera cosi interessante. I maschi sono il doppio delle femmine e sono dei bulli. Girano veloci, minacciano gl altri maschi, corteggiano le femmine, controllano il territorio e spesso fanno tutte queste cose contemporaneamente. Il bello e' il momento dell' accoppiamento e quindi metto un video che spiega bene la cosa.




Deporre fuori dall' acqua e un vantaggio evolutivo cosi grande? Forse vista la diffusione in natura di questa soluzione non sembrerebbe. Eppure la complessita' delle cure parentali fa supporre quella lunga pazienza cieca necessaria ad affrontare cure cosi elaborate e particolari; senza contare che a farle non e' un ciclide o un altra specie appartenente ad un gruppo con strategie riproduttive moderne. Coordinare il salto, deporre e fecondare in apnea, tornare giu'. Sembra facile ma non lo e' come non e' facile per i maschi sostare sotto le uova adese lassu', in quel mondo cosi' diverso, e ogni tanto dare un colpetto di coda per tenere umida la covata. Il tutto con la necessita' sempre cosi forte di fare il bullo, di dare qualche colpo ai maschi rivali o accoppiarsi di nuovo con qualche altra femmina (un maschio teneva d'occhio due covate prodotte da due femmine diverse su foglie vicine).



Uno dei due maschi presente nelle vasca e una delle femmine

particolari di un paio di covate

La natura non e' perfezione e quindi e' facile vedere tentativi andati a vuoto, allineamenti sbagliati nel salto, foglie troppo fragili per ospitare la coppia². Capita anche di vedere il maschio che salta con due femmine con il solo risultato di produrre un'orgia verticale fallimentare. Gli "splash tetra" sono generosi da un punto di vista comportamentale, mai timidi, robusti e permissivi in fatto di acqua e cibo. L' unica cosa di cui non possono fare a meno e un superficie a un decina di centimentri dall' acqua perche' per mettere in scena lo spettacolo serve un palcoscenico. Purtroppo il gruppo che ho vive in una vasca espositiva a lavoro quindi non ho mai avuto il tempo e la possiblita' di tirare su gli avannotti, ma credo che del muschio posto in modo strategico possa risolvere alcuni dei problemi legaati alle ridottissime dimensioni delle larve e degli avannotti. I lebiasinidi non sono molto diffusi in italia ed è un peccato perché costano poco, sono robusti e con comportamenti unici. 


¹Le piante sono Anubias barteri var. barteriMicrosorum pteropus e Hydrocotyle leucocephala. Le ho incastrate semplicementre tra i rami di una radice abbastanza intricata lasciandole libere di crescere. La cosa importante e' assicurare una umidita' elevata nella zona emersa garantendo allo stesso tempo una corretta ventilazione. Purtroppo queste due ultime condizioni sono difficili da ottenere perche' nessuno degli acquari e dei terrari in commercio e' adatto ricreare queste condizioni. L'unica e' fare delle prove e delle modifiche alle vasche a disposizione.



²Qui ci sarebbe una cosa interessante da dire in merito alla diffrazione della luce attraverso l'acqua e la capacità che hanno i pesci di vedere fuori dalla stessa compensando la distorsione. 




13 dicembre 2013

Ontogenesi e Filogenesi



Proteus anguinus Laurenti, 1768
Wikipedia
I dati classici sull' eterocronia sono stati ampiamente ignorati e considerati superati. Ma credo che questi abbiano un ruolo centrale da giocare nella discussione, sempre più attuale, sul significato evolutivo dei cambiamenti nella regolazione genica. La mia previsione è che questo dibattito costituirà il tema principale della biologia evolutiva per il decennio a venire. Credo anche che la comprensione della regolazione costituisca il perno per riavvicinare la biologia molecolare alla biologia evolutiva; poiché una sintesi delle due biologie avverrà senz' altro, se mai avverrà, sul terreno comune dello sviluppo.
 Ontogenesi e Filogenesi 
Stephen J. Gould
1977



Testo specifico che parte da lontano (spoiler: l'ontogenesi non ricapitola la filogenesi) e arriva, per quelle che erano le conoscenze dell'epoca, al ruolo dell'eterocronia nei processi macroevolutivi, anticipando parecchio la biologia evolutiva dello sviluppo per come la conosciamo oggi. Si staglia sullo sfondo il solito paesaggio storico ricco delle dispute ottocentesche che tanto gli piacevano. Gould come al solito porge al lettore l'oggetto del suo interesse descrivendone minuziosamente i dettagli. Non risparmia l'analisi statistica dei dati (non deve, è un testo rivolto a biologi e naturalisti) ma allo stesso tempo la prosa è già quella che lo avrebbe reso famoso con i suoi saggi divulgativi. Non è un dovere leggerlo se volete farvi un'idea sulla questione (nel campo dello sviluppo il libro è davvero troppo vecchio)  ma allo stesso tempo è un pietra miliare per quanto riguarda uno dei metodi migliori per affrontare e raccontare le cose dell'evoluzione. Il metodo di Gould. 


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...