17 novembre 2008

A giocare col fuoco...

Riguardo alle estinzioni delle popolazioni e delle specie in natura, il mondo hobbistico ha sempre fatto spallucce. Dati certi non sono mai saltati fuori e le colpe sono sempre ricadute sulle altre attività antropiche ad alto impatto ambientale. Al limte si ammetteva il problema delle transfaunazioni (che è, oggetivamente, un problema enorme e potenzialmente molto più dannoso delle pesca intensiva di una specie), e chi si era visto, si era visto.

In soldoni il mantra recitava più o meno cosi: le specie ittiche di interesse hobbistico si estinguono ma è molto più probabile che l'estinzione avvenga a causa di inquinamento, deforestazione o rilascio di specie alloctone ad uso alimentare che non per la pesca intensiva dettata dalle assurde mode di un mercato acquariofilo assolutamente consumistico.

E' fuori di dubbio che le specie passino a miglior vita soprattutto a causa delle attività umane ad alto impatto. Ma nascondersi dietro al dito dell'antropizzazione mi è sempre sembrato poco elegante. Ora qualche dato comincia a saltar fuori.
Comincio con questo e se riesco domani finisco con un altro.

(primo)


Puntius denisonii Day, 1865
stan shebs/wiki commons

Puntius denisonii ha la sfortuna di fare la conoscenza con gli acquariofili nel 1996. Oggi ,poco più di dieci anni dopo, è ad un passo dal lasciarci definitivamente le pinne.
Endemico del Kerala, stato dell'India sudoccidentale, questo ciprinide di medie dimensioni (<15cm), se ne stava tranquillo nel suo piccolo areale. Durante la stagione dei monsoni (giugno-agosto), i giovanili maturavano sessualmente per prodursi, e riprodursi, in amucchiate decisamente asimmetriche (25 maschi : 1 femmina). Di indole tranquilla e pacifica si abbuffava con sontuosi banchetti di alghe filamentose, diatomee e materiale vegetale di varia natura. Aveva un solo problema...era troppo colorato per passare inosservato. Inzio della fine.

La tecnica adottata dai pescatori locali non è lungimirante. Gli esemplari si fanno pescare facilmente, durante la stagione dei monsoni, in grossi gruppi nelle zone di ripa. I giovanili, molto colorati, si portano via, gli adulti riproduttori si ributtano in acqua (molti per lo stress muoiono , sopratutto le femmine). Se elimini le nuove generazioni e le vecchie non le fai riprodurre non ci vuole molto per capire che il gioco durerà poco. E infatti.

Da diversi fiumi del Kerala la specie non si trova più. Da quelli dove ancora si riesce a pescare se ne pescano talemente pochi che il prezzo dal 2002 ad oggi è quasi quadruplicato.

Purtroppo se ne pescano tanti in natura perché la riproduzione in cattività ancora non è stata descritta (il solo report ufficiale proviene da uno zoo inglese, anche se a Singapore e in Israele ci stanno già lavorando).
La riproduzione in cattività porterebbe, però, solo ad abbassamento della pressione sulle popolazioni naturali, le quali, senza un progetto di conservazione serio e duraturo sarebbero, comunque, candannate.

Nel frattempo, e fossi in voi, io, non lo comprerei.



Testi e articoli consultati:

‘Damsel in distress’- The tale of Miss Kerala, Puntius denisonii
(Day), an endemic and endangered cyprinid of the Western Ghats
biodiversity hotspot (South India)
Aquatic Conserv: Mar. Freshw. Ecosyst. (2008)

11 commenti:

  1. mai visto e mai comprato. ma succederà la stessa cosa anche ai milioni di paracheirodon axelrodi che vengono pescati ogni anno?

    cla

    RispondiElimina
  2. Facciamo un pronostico sul prossimo post?
    Si parlerà di pesci pagliaccio?

    RispondiElimina
  3. Cla: non credo che al momento i cardinali siano minacciati.Principalmente perché non sono endemici (l'areale è enorme) e hanno un alta resilienza. Però non ho letto nulla in specifico magari Livio ne sa più di me.

    Livio: niente pagliacci.
    :-)

    Fabio

    RispondiElimina
  4. Io ho dati vecchi tratti principalmente dal libro "Floods of fortune" (ora non l'ho qui con me). Anche a me non pare che siano minacciati.
    Fabio: allora è un dolce? Ci devo pensare. Sono talmente tanti in pericolo!

    RispondiElimina
  5. La cosa più triste, secondo me, è l'incapacità dei locali di cercare ed applicare una forma di prelievo in natura, che oltre a salvaguardare la specie consenta loro di avere un introito stabile nel tempo.

    RispondiElimina
  6. Qualche ciprinodontide oppure qualche goodeide?

    RispondiElimina
  7. Visto che l'hai accennato su un forum direi di cominciare a boicottare le caridina del sulawesi se non provenienti da allevamenti.

    ciao enrico

    RispondiElimina
  8. Enrico ma anche i gasteropodi del sulawesi sono a rischio tanto quanto le caridine?

    RispondiElimina
  9. Per i gasteropodi non lo so. Alcuni sicuramente hanno un areale molto ampio. Dovevo passarci questo mese ma sono dovuto rientrare prima per problemi. E sono stato anche fortunato perche' la scorsa settimana ci sono stati 2 terremoti belli tosti. Se hai pazienza spero di andarci nel 2009 o nel 2010.

    ciao enrico

    RispondiElimina
  10. Condivido in pieno la preoccupazione per questa specie, perfortuna negli utlimi tempi l'allevamento in cattività stà dando buoni risultati sia in termini di numeri che di prezzi per cui se non volete rinunciare a questo stupendo pesce accertatevi prima che sia allevato e non di cattura!!

    Ciao Davide

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...