07 dicembre 2010

Rossa di sangue nelle zanne e negli artigli

Questo è uno squalo, che ti si mangia vivo! 
Ti addenta, ti dà una strizzata e sei fatto. 
E va ucciso alla svelta, per non fare scappare i turisti 
prima che li abbiate spennati per bene!
Quint (Jaws, 1975)


Carcharhinus longimanus Poey, 1861

© Johan Lantz
Wikimedia Commons

La notizia probabilmente la conoscete già. Ora sarebbe bello snocciolare qualche statistica reale sulle probabilità di essere uccisi da uno squalo piuttosto che morire fulminati in un temporale, investiti da un auto sulle strisce pedonali, sbranati da una muta di cani randagi, morsi da una zecca o punti da una vespa.
Sarebbe bello si ma forse inutile. Io continuo comunque a vedere un mammifero terrestre poco abile nel nuoto attaccato in acqua da un grosso pesce cartilagineo predatore.
Troppo cinico forse. Forse è meno cinico tentare di risolvere il problema uccidendo tutti gli squali che capitano sotto tiro.  Meno male che già ci eravamo portati avanti col lavoro.

wikimedia commons

04 dicembre 2010

Carta (tanta) e Byte (pochi)

Wikimedia Commons


Anobii ha ripreso a funzionare. Amazon è sbarcato in Italia, ma ha lasciato il Kindle dall'altra parte. Gli e.book sono ancora roba troppo forte per noi italiani (qui due righe che condivido). Peccato perché con un sistema di vendita degli e.book più fluido e flessibile risolvere il problema della reperibilità di alcuni libri divulgativi, come questo ad esempio, sarebbe un scherzo.

Sempre in tema ma con un approccio più fisico che metafisico.
Nuova libreria a Roma specializzata in saggistica scientifica. Qui trovate tutto. Un settimana fa sono stato all'inaugurazione e nel marasma generale ho visto che la selezione è ottima.  Io non volevo prendere niente poi ho trovato questo e non ho resistito. Fateci un salto perché merita¹ e anche perché, per quest'anno, sarà la sede del "Caffè Scienza" che tanto per dire a marzo ospiterà Enrico Alleva e ad aprile Telmo Pievani. 
Visto che ci siamo non potete non sapere che, sempre a Roma, c'è un negozio piccolino ma stracolmo di libri naturalistici al quartiere africano. Merita anche questo².


¹Non mi pagano
²No, non mi pagano neanche loro

26 novembre 2010

L'invasione dei microcorpi

Ernst Haeckel
Kunstformen der Natur (1904), plate 56: Copepoda

C'è una frase di Konrad Lorenz che va per la maggiore ultimamente: 

una cosa che non fa danni: l'acquario 

Questa frase non è apocrifa ma è il titolo del capitolo dedicato all'acquario nel libro divulgativo più famoso di Lorenz “L'anello di re Salomone”. In realtà l'acquario descritto da Lorenz non era un acquario come lo si intende oggi. Era un recipiente con un po' di ghiaia, acqua, piante, invertebrati e pesci che lui pescava nei paraggi della sua abitazione. Non aveva filtro, al massimo indulgeva sugli aeratori, niente luci artificiali, la luce infatti era quella solare. Anche i retini erano fatti a mano. 

L'acquario aveva come obiettivo l'autosufficienza biologica ed è stupefacente ancora oggi leggere quelle poche pagine e ritrovare una certa freschezza in un approccio ecologico oggi quasi completamente perduto o, nella migliore delle ipotesi, completamente travisato (l'acquario naturale giapponese e l'acquario biotopo sono forse gli esempi più disarmanti). 

Vista la situazione attuale Lorenz direbbe ancora quella frase? L'acquario è ancora una cosa che non fa danni?

Vedendola, questa situazione attuale, forse un brivido di disgusto gli correrebbe lungo la schiena. Specie portate all'orlo dell'estinzione, sfruttamento minorile negli allevamenti intensivi, ibridi discutibili e un esercito di alloctoni in giro per il mondo a far danni. 

Proprio gli alloctoni sono stati al centro dell'attenzione ittiologica italiana un mesetto fa circa. Diversi pesci esotici sono stati ritrovati in un fiume toscano. Vi rimando al commento preciso e puntuale di Livio a cui c'è poco da aggiungere. 
Mentre scaricavo l'articolo sui ciclidi in Toscana però mi sono messo a scorrere la rivista dove è stato pubblicato e mi sono imbattuto in un articolo molto interessante (gli estremi sono alla fine del post). 
L'autore dell'articolo parte dal presupposto che anche se è facile introdurre vertebrati (pesci) alloctoni attraverso l'acquariofilia e ancora più facile introdurre invertebrati alloctoni in natura attraverso il vettore acquario. 

Come? Con i cambi d'acqua. 

Ok, viene un po' da sorridere. Personalmente non avevo mai pensato a questa possibilità. E' invece basta farsi due conti. 
E l'autore, questi conti, se li è fatti davvero e devo dire che mi hanno sorpreso parecchio. Anche se riferiti alla Nuova Zelanda potrebbero essere applicati anche da noi senza particolari problemi. 
Ecco i “conti della serva“: in Nuova Zelanda ci sono circa 1.6 milioni di abitazioni, circa l'8% (128.000) di queste hanno un acquario. Da queste abitazioni attraverso i cambi d'acqua, circa 120 litri per acquario per anno, vengono “gettati” qualcosa come 20.4 milioni di litri d'acqua (non male per un paese con appena 4.4 milioni di persone). Ora cosa c'è in questi 20480 metri cubi di acqua “sporca”?

Altro conticino: quando cambiamo l'acqua lo facciamo per togliere lo sporco, inquinanti inorganici e organici, ma in realtà togliamo anche un pletora di invertebrati che in quello “sporco” vivono e proliferano. Non sono pochi eh, parliamo di circa 540 individui per litro; questi individui appartengono a specie afferenti ai più disparati taxa come: molluschi, nematodi, platelminti, crostacei,anellidi, cnidari (si, c'è anche una piccola medusa d'acqua dolce), che moltiplicati per i milioni di litri di cui sopra fanno la bellezza di 11.0 x 10^9 animaletti (undici miliardi e spiccioli). Molte delle specie invertebrate sono esotiche. Arrivano con i pesci, sopra di loro o dentro di loro. e con le piante.

La maggior parte di noi l'acqua la butta nel sciacquone e finisce lì, in quanto se debitamente trattate quelle acque non dovrebbero presentare problemi, ma alcuni neozelandesi la usano per innaffiare i prati o per rabboccare i laghetti in giardino (io per esempio la uso per innaffiare, in quanto ricca di sostanza nutrienti, fosfati e nitrati in testa, che la rendono un concime perfetto). 

Fino ad oggi io non ci vedevo nulla di male. In realtà l'autore dell'articolo spiega come specie di invertebrati alloctoni radicati, o specie non native non ancora radicate ma già campionate nelle acque interne neozelandesi, siano probabilmente arrivate, o stiano arrivando, proprio attraverso i cambi d'acqua degli acquari casalinghi. 

Neanche i cambi d'acqua sembrano più cosi innocui.

Duggan. (2010) The freshwater aquarium trade as a vector for incidental invertebrate fauna. Biol Invasions (2010) 12:3757–3770

05 novembre 2010

Dov'è finito il Rio Negro?

Copyright © Heiko Bleher


Questa immagine non sta facendo il giro del mondo



Io comunque ai presidenti del futuro più che fargli studiare la fisica gli farei studiare un po' di ecologia. Magari anche un testo divulgativo eh, una cosa cosi insomma:


Tanto per iniziare a capire che un pò di predittività, il libro di Wilson ha 20 anni, la possono trovare anche in discipline di cui ignorano l'esistenza.

25 ottobre 2010

Vecchiezza tassonomica


Lepidocephalichthys guntea Hamilton, 1822
Fauna of British India (fishes, volume 1-2), 1889


Di nomi strani la tassonomia è piena. Se vi fate un giro qui  avrete modo di notare quanta fantasia permei il settore. Personalmente trovo adeguati tre categorie di nomi specifici: quelli che richiamano a caratteristiche fisiche (macrostoma, trifasciata, longicauda, leucosternon ecc.), quelli che richiamano la biogeografia (australe, nicaraguensis, bolivianus ecc.) e quelli, i miei preferiti, dedicati a personaggi illustri della branca zoologica cui appertiene la specie descritta (agassizi, nourissati, regani ecc.). 


Tutti gli altri, anche se validi tecnicamente quanto gli altri, non mi piacciono. Eppure nomi strani continuano a saltare fuori da ogni parte. L'ultimo, in ordine di tempo, viene da un simpatico ricercatore dell'università di Auburn¹ che ha pensato bene di dedicare una specie di Lepidocephalichthys ai Led Zeppelin (Lepidocephalichthys zeppelini), perché l'estensione dei raggi delle pinne pettorali ricorda la forma della Gibson usata da Jimmy Page.
A stiracchiarla ricorda una caratteristica anatomica. A stiracchiarla. 
Comunque a me 'sti nomi strani continuano a non piacere. 
Sarà che ormai sono vecchio dentro.




¹ istituto accademico che ai più non dirà nulla ma che, per chi ama "il gioco", non può non ricordare questo tipetto qui; puro figlio del sud e del pollo fritto che con un corpo da scaricatore faceva i 100m sotto gli 11" e che potendo assestava gomiti nelle coste di poveri angolani in quel di Barcellona '92

19 ottobre 2010

Dai Greci a Darwin



Due righe su di un libro che altrimenti rischia di passare totalmente inosservato.
La Robin Edizioni ha ristampato un interessante libro di Henry F. Osborn scritto alla fine dell' 800.


Si parte dai presocratici ionici fino ad arrivare a Darwin (e questo lo si capiva anche dal titolo) anche se in realtà la parte "grecoromana" pare un po' sottotono rispetto al resto del testo (per dare merito alla filosofia naturale di quel periodo forse è meglio questo, se non altro per l'analisi di alcuni pensatori, vedi Lucrezio, da cui probabilmente un certo pensiero selezionista deve essere emerso). Anche la critica della scuola prescolastica e scolastica è abbastanza veloce (più Sant'Agostino che Bacone e Tommaso D'Aquino) anche se è curioso leggere la descrizione del processo intellettuale che ha dato vita alla definizione della "creazione speciale" (creazionismo moderno e disegno intelligente vengono tutti da qui).

La parte che ho trovato più interessante è quella degli evoluzionisti predarwiniani. Ottimi i capitoli su Buffon ed Erasmus Darwin, bellissimi quelli su Lamarck. 

Visto l'anno in cui è stato pubblicato, il 1894, stupisce la lucidità nell'affrontare, già in quel periodo, molti temi cari all'evoluzionismo moderno. 
Ma non è che la Sintesi Moderna, dandoci una solita base genetico-matematica, si è presa un po' troppo di quel tipo di speculazione filosofica?


10 ottobre 2010

Foliage


La stagione delle Sarracenia sta terminando. Le piante che hanno superato l'epidemia dei rizomi cancerosi di qualche tempo fa hanno avuto un'ottima annata e andranno divise, tra qualche mese, in piante più piccole e maneggevoli. I seedlings hanno passato ottimamente il loro primo anno completo dalla germinazione e le piante palustri necessitano anche loro di corposi rinvasi. 
Sempre per rimanere in tema "esterno" per una curiosa peripezia gli Aphanius sono stati obbligati ad un repentino cambio di salinità. Pesci incredibili questi "noni", oltra a non battere ciglio per lo stress fisiologico si sono anche riprodotti. La prole è ora chiamata al servizio della scienza per uno studio sulla regolazione genica. Vedremo.

Gli ultimi ascidi presentabili:

Sarracenia leucophylla

Sarracenia alata

Sarracenia x "Moorei"

08 ottobre 2010

Modanature (transitorie)

Ogni tanto qualcuno mi chiede cosa ho nelle vasche in questo momento. In realtà non molto. Sono in una fase di transizione logistica e quindi non riesco a dedicarmi a taxa specifici come vorrei. Di solito, infatti, cerco di avere una certa continuità logica con le specie che mi interessano; per alcuni anni mi sono interessato agli anabantoidei, poi ai ciprinodontidi e infine ai ciclidi dell'africa occidentale. Sempre cercando di allevare, in vasche diverse, specie affini tra loro per avere una visione d'insieme più organica e continuativa. Credo che questo approccio "comparato" sia molto più interessante e soddisfacente.

Ovviamente per fare ciò è necessario tempo e costanza. Visto che al momento difetto di entrambe le cose ho preferito tenere le vasche semi vuote, soprassedendo anche con i gobidi e i balitoridi (ceduti ad amici e conoscenti), in attesa di tempi migliori. Ma non riesco a resistere alle modanature della natura, specialmente se è possibile trovarle in quei luoghi cosi poco promettenti come possono essere i negozi italiani. E allora ecco quello che ho "raccattato" negli ultimi tempi.


 Badis badis (ma dal pattern non ne sono cosi sicuro)
 



Tylomelania sp.  (trovate piccoline appena nate in una vasca affollatissima tra un po' dovrebbero iniziare a riprodursi anche loro)







Iriatherina werneri


Homaloptera sp. (smithi?)



28 settembre 2010

Borneo mon amour

© Rhett A. Butler
Drenaggio di una palude di acqua nera nel Kalimantan indonesiano


La notizia completa la trovate sul sito Mongabay.
Per produrre olio di palma servono le palme. Per coltivare le palme serve spazio. A quanto pare lo spazio necessario trovano conveniente procurarselo prosciugando le zone umide con il più alto tasso di biodiversità al mondo. 

Però penso sia colpa mia a questo punto. 

(si si per carità non è che noi alle nostre, di zone umide, riserviamo o abbiamo riservato un trattamento migliore eh)

14 settembre 2010

Ipertrofia




Planarie come pantegane. 
Cominciano a fare schifo anche a me.

03 settembre 2010

"Sei un cretino"¹

Ok, se mi sdoganate i midichloria in questo modo qui ci posso anche stare; ma allora lasciatemi sognare una nuova specie di mollusco cefalopode che porta il nome dell'Ammiraglio.

Ammiraglio Ackbar

Gruppo di Vampirotheutis ackbarii che nuota nei profondi abissi marini. Attorniato da un branco di capodogli assassini il più sveglio urla: "It's a trap!"



¹titolo provvisorio (ma è quello che ha detto mio fratello quando ha visto questo post)

17 agosto 2010

Capitan Fenomeno

Tropic Thunder
WikiCommons


Personalmente trovo che questo tizio QUI sia un idiota. Non fosse altro perché, oltre ad averne l'aspetto, dice e fa cose da idiota¹.

Andate al minuto 2:05 del video qui sotto (non si può embeddare)...

http://www.youtube.com/watch?v=osE542oTMDA

...e vedrete che pesca un  ciclide² e lo fa passare per un pirakas³ (credo perché il pirakas fa audience mentre il ciclide no)



¹ purtroppo precede il mio telefilm preferito e quindi 5 minuti della sua trasmissione devo sorbirmeli ogni settimana.
² a me sembra un Aequidens ma potrebbe essere anche qualcosa di non endemico.
³ lo scrivo con la K per citara i bimbiminkia (che sono quasi sempre adulti però) che pensano siano pesci ferocissimi e cattivissimi.

16 agosto 2010

A brave new world



Caboto (Montreal)



Leggendo il post sui Betadevario di Sven Kullander sul suo nuovo blog  mi sono stupito di due cose. La prima riguarda il fatto che uno come Kullander, un grande della tassonomia non solo per i suoi lavori tecnici ma soprattutto per i suoi lavori teorici, abbia un blog cosi user friendly; la seconda è che citi, nelle prime righe di quel post, un forum che non rientra nei canali di comunicazione istituzionali che usano i ricercatori ma che invece è gestito da "semplici" appassionati. Dieci anni fa tutto questo non era francamente prevedibile, almeno per me. L'ho già detto in un altro post credo, ma lo ripeto volentieri: a me questo nuovo modo di comunicare la scienza da chi la fa o da chi è tecnicamente preparato per farlo, piace moltissimo. 

Visto che ci sono segnalo alcune cose nuove.

Paperfish Biology : blog gestito da un ragazzo italiano che sta facendo un dottorato all'estero. Ha appena iniziato su blogger ma la qualità dei post che ha scritto è elevatissima. 

Aquariophil : non è un blog ma un sito vero e proprio con richiami sugli ultimi lavori riguardanti l'ittiologia. Belle le sezioni sui viaggi naturalistici.  

L'ultima segnalazione per l'unico forum naturalistico sulla nostra di ittiofauna, che le specie esotiche sono belle ma anche le nostre sono molto interessanti e meritano di essere conosciute meglio.

Considerando la vecchia guardia (Enrico, Livio, Lisa, Marco e tutti gli altri) e le nuove realtà che ogni giorno vanno ad aggiungersi,  sembra proprio che all'orizzonte ci sia un nuovo bellissimo mondo. 

P.S.
il titolo è una contro citazione di un libro di Aldous Huxley (Il mondo nuovo). Il tipo, Aldous, era fratello di Julian (uno dei padri divulgativi della sintesi moderna) e nipote di Thomas Henry (apostolo darwiniano della primissima ora).
E' facile credere che tutti gli altri parenti "normali" abbiano fatto uso di una sacco di droghe per combattere il senso d'inferiorità.

15 agosto 2010

Lotta biologica


Aedes albopictus Skuse, 1894

Estate pigra questa, tanto pigra che la media con cui produco le mie ipotesi locali e teorie generali si è notevolmente abbassata (forse ci farò una rubrica periodica su queste mie digressioni, chi lo sa). Stavo quindi lavorando su delle vecchie idee che avevo messo da parte per periodi di stanca come questo. La più importante è quella con cui cerco di spiegare l'incapacità, da parte di alcune categorie sociali omogenee, di comprendere come sia molto più agevole lasciar scendere i passeggeri da un qualsiasi mezzo pubblico prima di salirvi. Un altra ipotesi che sto saggiando (attraverso l'elaborazione di un complicatissimo modello matematico booleano), dovrebbe spiegare coerentemente, una volta terminata, lo strano fenomeno per cui, per una moltitudine di individui,  lo sputare per terra debba sempre essere preceduto da un gorgheggio parossistico prossimo al distacco della laringe (spiegare l'impulso di scatarrare in terra, con rincorsa o meno, è al di là delle mie capacità). 
Roba vecchia; recentemente però un' osservazione ha allertato la mia innata dote di divagare sui massimi sistemi.

Nonostante la mia giovanissima età (sic!) soffro di cefalee. Lo so, fa ridere e in fin dei conti è un problema neanche tanto grave (ritengo comunque l'inventore dell'ibuprofene come meritevole del Nobel, della medaglia Fields, dell'Oscar del calcio, della coppa Volpi e della spada di Grayskull). 
Per farvela breve alcune sostanze fanno da enhancher per i miei mal di testa e quella che più non sopporto è il fumo dello zampirone. Non so se avete presente, di solito è verde e a spirale (ma mica lo confezionano cosi eh lo trovate sotto forma di due spirali cementate assieme che per aprirle è prevista la rottura di una delle due). Si accende, si spegne la fiamma e subito parte la combustione lenta che produce dense volute di fumo repellente. Proprio riflettendo sui repellenti anti zanzare è partita la mia riflessione a carattere locale.
Piccolo preambolo.

Le zanzare mi stanno simpatiche (anzi a dirla tutta mi stanno simpatici un po' tutti gli insetti olometaboli e se volete una dritta saranno proprio loro, gli insetti olometaboli, a superare un eventuale inverno nucleare per poi conquistare il pianeta in barba a sorci e scarafaggi; meditate eh, che è una cosa seria). Ma, come con  Dawkins, il credito di simpatia si esaurisce presto e iniziano rompere i coglioni anche loro. E qui arriviamo alla mia ipotesi locale. 

Affannarsi con ogni sorta di repellente è fondamentalmente sbagliato sul lungo periodo. La cosa migliore e lasciare in pace le zanzare per poi ucciderle una volte prossime alla suzione sulla nostra pelle. 

(prima e ultima parentesi seria: le zanzare non succhiano il sangue ma il contrario, in quanto la pressione con cui circola il sangue nel nostro corpo è troppo alta per loro quindi, con  muscoli preposti, fanno il contrario, attenuando il flusso di sangue in entrata nel loro stomaco).

Ok il principio è forte. Spiego. 
Gli insetti ematofagi esistono da molto più tempo di noi e di sicuro noi non siamo gli unici animali da cui traggono il loro nutrimento. Le loro preferenze quindi sono diverse e sono sicuro che variano su base statistica. Se uccidessimo tutte quelle che ci pungono, o che tentano di farlo, applicheremmo una pressione selettiva sulle popolazioni locali che sul lungo periodo può estendersi a tutta la specie (qui poi dipende dalle diverse specie prese in esame Aedes, Culex o Anopheles; ma non è un problema perché anche se locale la mia ipotesi è applicabile  su larga scala tassonomica); le frequenze relative di quei fenotipi che prediligono pungere altre specie, invece che la nostra, verrebbero cosi favorite, ottendendo cosi specie di ditteri ematofagi completamente affrancate dall'obbligo di massacarci di puntura ogni estate. Se invece usiamo repellenti non verrà applicata nessuna pressione selettiva e le frequenze dei fenotipi che pungono l'uomo rimarrà inalterata, con il risulato che le zanzare che vogliono pungerci saranno sempre li fuori ad aspettare la fine della spirale di zampirone.

Et voilà, selezione naturale pura e semplice
Secondo me funziona.

Buon Ferragosto
:-D

Nessun testo o articolo scientifico è stato utilizzato per elaborare questo post.


13 agosto 2010

Alfa alfa

Ieri sera Superquark ha mandato un servizio su di una cosa incredibile. Dal sito della RAI ancora non è possibile embeddarlo ma da una rapida ricerca in rete ho trovato l'originale. 



Se volete approfondire questa è la pagina della UCB con tutta la spiegazione. Visto che questa è la cosa più incredibile che io abbia mai visto negli ultimi 5 anni: vado, affitto un bulldozer, spallo i tramezzi di casa, me ne faccio uno uguale e torno.


(nel servizio italiano parlano di crauti qui di alfa alfa non sono sicurissimo ma dovrebbero essere due cose diverse)

(ah si, il tipo è solo un graduate student...famose a capì) 

04 agosto 2010

Lesa maestà



Richard Dawkins mi sta simpatico. Anche se sono passati i tempi in cui lo consideravo un "grande" resta sempre uno dei pilastri della divulgazione delle biologia eolutiva. In questi ultimi anni gli ho perdonato la deriva ossessivo-compulsiva contro le religioni che ha preso la sua carriera (ma qui  vale la mia efficientissima macroteoria della "pila sul fuoco") e a dirla tutta non  lo ritengo più il responsabile del dualismo con S.J. Gould (che oggi 'sta cosa del paragone è blasfemia ma 10 anni fa vi assicuro che qualcuno ci credeva, me compreso ovviamente). 

Eppure: nonostante io lo abbia assolto da tutti i suoi peccati ,e nonostante mi stia anche simpatico appunto, perché non riesco a togliermi dalla testa l'idea che con questo libro mi abbia fregato 35 euro?

22 luglio 2010

Betta sp. mahachai



Betta sp.Mahachai


Un recente articolo conferma quanto molti hobbisti sapevano già da tempo e cioè che Betta sp. mahachai, una popolazione naturale afferente fenotipicamente al gruppo splendens, fosse una specie degna di un nome specifico ufficiale ( QUI avevo accennato alla confusione sisitematica del taxon Betta).
Al momento però si trova solo l'abstract e ci vorrà qualche giorno per maggiori informazioni. In realtà non credo ci sia molto da dire se, come dicono, hanno incrociato dati molecolari con le analisi classiche. Forse la cosa più interessante, sempre dallo stesso articolo, sono le due specie "nascoste" che sono saltatate fuori dai dati molecolari (QUI avevo accennato alla storia delle specie che possono essere "viste" solo da quel tipo di analisi). Quindi non ci resta che aspettare anche perché non si capisce se è una descrizione formale, con tanto di nome, o solo un ipotesi per un lavoro successivo.

Due considerazioni, una seria l'altra no.

Quella seria:
quante specie "sommerse" salteranno fuori con lo studio del DNA?
Splitteranno (descriveranno specie con leggerezza per fare numero), oppure no? Ma poi, siamo cosi sicuri di essere di fronte ad un carattere diagnostico cosi forte e definitivo?

Quella meno seria:
quando si parla di evoluzione si fanno sempre discorsi teorici con pochi esempi pratici; ciò è corretto perché la teoria dell'evoluzione è una teoria complessa e di ampio respiro, eppure la mente umana non può non agganciarsi a qualche gruppo specifico di esseri viventi per applicarla cosi, seduta stante, ripercorrendo a mente e con un esempio pratico ciò che si studia sui libri o si legge sui testi di divulgazione.
Per molti sono i batteri per altri i mammiferi altri ancora pescano nel mondo vegetale. Io personalmente quando leggo qualcosa di teorico penso a due taxa: i Betta, appunto, e gli Apistogramma.
E voi quale gruppo usate?

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L'articolo, dopo superficiale lettura, è solo una ipotesi di lavoro; nessuna descrizione ufficiale. Le specie del gruppo splendens restano 4 e B. sp. mahachai resta cosi com'è (i.e. per la scienza non esiste).



N. Sriwattanarothai, D. Steinke, P. Ruenwongsa, R. Hanner, B. Panijpan
Molecular and morphological evidence supports the species status of the Mahachai fighter Betta sp. Mahachai and reveals new species of Betta from Thailand (p 414-424)
Journal of Fish Biology. Volume 77 Issue 2



09 luglio 2010

Mandarini

Synchiropus splendidus Herre, 1927
© Luc Viatour

Commento breve (prima del post sul colore)

Prima stock da riproduzione proposto sul mercato per Synchiropus picturatus. Bene mi dico; ad oggi quelli che si trovano in commercio son tutti esemplari di cattura che mangiano solo cibo vivo (neanche di tutti i tipi) e che quindi nella stragrande maggioranza dei casi sono destinati alla morte per inedia entro il primo mese di vita in cattività. Quindi questa è assolutamente una buona notizia (vietarne la pesca 20 anni fa sarebbe stata migliore però).
Quello che mi ha fregato è stata la contestualizzazione di una notizia del genere. Perché non credo proprio che sia possibile trasmettere buone notizie di questo tipo al mercato italiano. Quei pesci riprodotti, se mai arriveranno da noi, cosa improbabile, costeranno almeno il doppio, non avendo cosi alcuna possibilità commerciale. La storia dei pesci pagliaccio riprodotti che costano il doppio e nessuno vuole ha fatto scuola in questo senso.

07 luglio 2010

Nuovi mostri


Dopo il Danio rerio e l'Oryzias latipes ora tocca ai ciclidi Pterophyllum scalare e Amatitlania nigrofasciata. Sotto ci sono i video che circolano su youtube e QUI la notizia. Non sono contrario a questo tipo di  intervento sia chiaro; il significato scientifico della manipolazione genomica  è forte e i campi di applicazione nella ricerca, pura e applicata, molto vasti.  La commercializzazione dei pesci fluorescenti per il mercato hobbistico è stato, inizialmente, uno sbocco contingente molto redditizio (e comunque nei paesi UE questi pesci, lo ricordo, sono vietati), quindi il fatto che la cosa stia prendendo piede non sorprende affatto.

Ribadisco il concetto che vado però ripetendo da tempo: meno acquariofilia e più biologia. Perché, e ve lo assicuro, è più stupefacente comprendere come cambia colore normalmente un pesce che avere questi mostri in vasca.

Nel prossimo post spero di rendere meglio l'idea.


02 luglio 2010

I have landed...stavolta si


Phycodurus eques Günther, 1865 


Questa volta, incredibilmente, ho avuto ragione. Ad un anno e mezzo di distanza, da questo post, l'ultimo saggio di Gould è ora disponibile ad un prezzo non pornografico. Lo trovate in allegato con la rivista Le Scienze del mese di luglio. 
Leggere Gould, appassionati o meno di evoluzione, è un privilegio. 
Non fatevelo scappare.

[Qui trovate le informazioni sulla rivista e sugli allegati. Ci sono tre tipologie di prodotto: solo rivista, rivista+DVD e rivista+libro. L'ultima è quella buona.]

08 giugno 2010

Tanto per


Fiori di Pistia stratiotes nella "marana" grande:




Gobidi (Chlamydogobius eremius), nella "marana" piccola:



25 maggio 2010

Ciclidi indiani e pesci con il collo

Il canale YouTube di Heiko è incredibile.
Fateci un giro.


20 aprile 2010

Esercizi di aprile










[prime cose con una reflex...]

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