31 famiglie, 2600 specie ( il 64% sudamericane), una delle specie più piccole al mondo (Micromyzon akama 12mm), alcune delle più grandi (Silurus glanis 5m e Pangasionodon gigas 3m x 300kg), due famiglie, Ariidae e Plotosidae, che vivono nei mari.
Questi sono solo alcuni dei numeri che caratterizzano i Siluriformi. Ovviamente c'è di più: lo sviluppo che ha avuto l'apparato Weberiano (una serie di ossicini, modificati dalle prime 4-5 vertebre, che connette la vescica natatoria all'orecchio interno) ha permesso la colonizzazione degli ambienti meno permissivi come biotopi di acque torbide e fangose dove la visibilità è scarissima, l'assenza di ossa intermuscolari li rende appetibili per le popolazioni locali bisognose di proteine a buon mercato, senza contare le diverse strategie riproduttive e la miriade di adattamenti morfologici.
A parte i pescigatto nostrani (Siluridae e Ictaluridae) che proprio bellissimi non sono; i pescigatto neotropicali (Loricariidae e Callichthydae), presentano specie incredibilmente belle e interessanti.
Letteralmenti "esplosi" nel mercato dei pesci ornamentali solo di recente, i piccoli siluriformi hanno raggiunto oggi uno status dignitoso.
Questo è stato possibile grazie all'opera di un paio di persone che hanno compreso come i pesci, in una vasca, non debbano avere un ruolo specifico se non quello dei protagonisti assoluti. Purtroppo c'è ancora chi ama e diffonde queste "etichette" (spazzino, pulisci vetro, mangialumache), ma si sa...è più facile ragionare con la testa d'altri che con la propria.
Tornando a quelle due e tre persona che hanno "cambiato il mondo" è impossibile non citare Larry Vires. Il suo libro, oramai introvabile, è la bibbia per eccellenza.
E' difficile commentarlo, il libro è molto tecnico e la lettura non è facilissima.
Nonostante sia stato scritto alla fine degli anni 90 è ancora molto valido. Questo testimonia la qualità delle esperienze e la capacità di sperimentare quando nessuno ancora "vedeva" davvero questi pesci.
Purtroppo è impossibile comprarlo e l'unico modo è quello di fotocopiarlo
(qualche furbone dice di vendere copie originali del libro, informatevi bene perché al 99,99% vi arrivano cmq le fotocopie).
Ecco volevo fare una breve introduzione a 'sti pesciotti, e al libro in oggetto, e mi sono dilungato.
Rimedio subito:
A parte le caratteristiche tecniche (questa la scheda della casa editrice (http://www.mergus.com/catfish_atlas_i.html) e alle recensioni in rete (ottima questa anche se sulla versione originale http://www.planetcatfish.com/books/books.php?article_id=2); posso dire che il ibro è davvero ben fatto.
Come con gli atlas dedicati ai ciclidi nani, anche qui la parte introduttiva è davvero buona e da sola già vale metà prezzo del libro. Incredibilmente accurata è la parte dedicata all'apparato di Weber; talmente tanto che forse non è "leggibile" proprio da tutti. Io la consiglio lo stesso però, perché comprendere il "come sono fatti" è il primo passo per capire "come allevarli al meglio".
I taxa descritti sono molti ma la maggior parte non è molto diffusa in commercio (i famosi L sono trattati nel secondo volume che deve ancora essere tradotto dal tedesco). Le foto sono ottime e spero davvero che siano della stessa qualità anche nel secondo volume (il secondo volume di Romer sui nani neotropicali ha foto orrende).
Il testo è scorrevole è di facile comprensione. L'accuratezza sistematica poi rende questo testo davvero importante.
Un difetto lo ha purtroppo...appena lo si finisce si avverte subito uno strano friccicorio nelle membra...è il bisogno impellente di allestire una vasca dedicata a questi pesci.
Non sapevo avessi un blog, complimenti ora che lo so ti seguiro' via rss.
RispondiEliminaciao
bike......
p.s.:
Questo probabilmente lo hai gia' letto vero?
"Bristlenoses: Catfish With Character" di Kathy Jinkings
Grazie per i complimenti.
RispondiEliminaIl libro sugli Ancistrus non ce l'ho.
Mmmm...bike?
Bikediablo?
Fabio
Se vuoi te lo presto.
RispondiElimina....diablo
:-)