Stefano ha ragione. Se si finsce la "struttura" un pò si deve festeggiare. E allora festeggiamo.
Ma prima volevo fare un elenco di motivi, buoni e meno buoni, sul perché iniziare una lettura del genere (con qualche consiglio pratico).
Cominciamo con quelli buoni:
-Per il compendio storico che occupa tutta la prima parte del libro.
-Per la dettagliata spigazione degli equilibri punteggiati
-Per l'analisi tecnica della biologia evolutiva dello sviluppo
-Per la tassonomia accurata degli attamenti (exattamenti e adattamenti)
Quelli meno buoni ma pur sempre validi:
-Perché viene descritta una vera teoria unificante della biologia
-Perché racchiude tutta la carriera professionale di Gould.
-Perché è un paletto a cui si dovrà fare riferimento
-Perché è scritto in maniera deliziosa
Questi, per sommi capi, i motivi che trovo importanti per prenderlo e per imbarcarsi in una lettura cosi impegnativa.
Ora qualche consiglio sulla "gestione":
- Togliete la sovraccoperta per leggere il tomo. Troppo leggera in relazione al peso e all'ingombro; rischiate di ridurla a brandelli prima di pagine 500.
-Scegliete un posto d'elezione per leggerlo. In bagno è complicato...pesa troppo e vi si addormenterebbero braccia e gambe.
-Se volete portarlo sui mezzi pubblici assicuratevi che rientri negli standard dimensionali del bagaglio a mano esente da biglietto supplementare.
-Leggetelo a mente fresca (non la sera tardi), pena il dover ripercorrere interi capitoli dilatando in maniera esponenziale il tempo di lettura.
-La seconda parte è un pò più tecnica. Alcuni termini e concetti sono dati per scontati. Tenete Wikipedia a portata di mano.
"La struttura della teoria dell'evoluzione" ha totalizzato il più
grande numero d'orecchie della storia, sia in totale, sia
proporzionalmente alle pagine.
Danilo
it.scienza.biologia
Beh non si sbagliava affatto. Il libro è ricchissimo di fatti, persone, ipotesi e teorie. Ma Gould non regala nulla non illudetevi. La lettura richiede attenzione e molti passaggi vanno riletti con tutta calma (anobii non mente: a leggerlo ci ho messo più di 14 mesi). Un pò sembra farlo apposta e, tutto sommato, se lo può permettere. I vari capitoli trasudano amore e passione e in alcuni punti appaiono evidenti i sassolini che Gould si toglie dalle scarpe (una sezione è dedicata interamente agli oppositori preconcetti dell'equilibrio punteggiato e agli attacchi personali subiti nel corso della sua carriera).
La cifra stilistica è a tratti autocelebrativa e a tratti pedante. Ma va bene cosi. Descrivere lo stato dell'arte di una disciplina cosi vasta meriterebbe un plauso a prescindere. Tutta l'opera è un duetto a distanza temporale con Darwin che Gould fa rivivere senza le mortificazioni spicciole che alcuni autori, in difetto di umiltà, infliggono spesso al barbuto di DownHouse. Nel complesso il testo scorre come una cavalcata impetuosa con poche pause di riflessione (all'interno delle quali il rischio di impantanarsi è alto). L'imponente bibliografia testimonia la solidità dell'impianto gouldiano e l'accuratezza delle basi su cui l'edificio si sviluppa. Nonostante ciò molte sono le domande che rimangono ancora aperte e molti i campi d'indagine che Gould lascia alle generazioni future. Consapevole dell' imminenente dipartita mentre scriveva gli ultimi capitoli, Stephen Jay sapeva di lasciarci una ricca eredità che oggi appare impossibile sperperare.