08 aprile 2008

Propedeutica


Pomeriggio monsonico anzichenò.
E' piovuto talmente tanto che i secchi che uso per raccogliere l'acqua piovana erano già pieni dieci minuti dopo l'inizio delle ostilità metereologiche. Peccato perché volevo iniziare a fare qualche scatto alle vasche in giardino completemante riviste, riposizionate e riarrangiate. La mancanza di una muta della mia taglia e di una custodia impermeabile per la digitale sono state la sentenza definitiva.

Allora non mi restava che crogiolarmi al pensiero di inventariare la disponibilità d'acqua stagnante che avrò a disposizione. E ho inventariato.
Della decina di vasche racimolate negli anni un paio sono già state destinate ad un progettino che ho in mente per degli Aphanius fasciatus nostrani; un altro paio, le più piccole, per alcuni labirintidi asiatici belli tosti e almeno una, più un paio di secchi già "operativi", saranno destinati, a vario titolo, ad invertebrati acquatici.
Per queste però è ancora presto. La battuta di pesca al nono deve ancora essere programmata nei dettagli e per quanto riguarda i labirintidi è davvero troppo presto, le minime sono ancora basse per le specie tropicali che avevo in mente.

Restavano le altre vasche è per quelle le idee sono fin troppo chiare e i tempi già maturi: Elassoma spp., Jordanella spp., Cyprinella spp. e Notropis spp.
Però non voglio parlare in dettaglio di queste specie e di come avevo intenzione di distribuirle. Per quello ci saranno post e tempo a disposizione. Quello che mi ha colpito è che quest'anno la mia attenzione è caduta prevalentemente, e del tutto inconsciamente, su specie nordamericane!

Ritornare con la mente ad un incontro di qualche tempo fa è stato automatico. Non sto a raccontare come andarono le cose per filo e per segno perché il tutto potrebbe risultare un pò melenso. Insomma, e per farla breve, un cinque anni fa ebbi l'onore di conoscere Robert J. Goldstein. Ai più questo nome non dirà nulla. A me però dice molto visto che è uno dei pionieri dell'ittiologia domestica, autore del più bel libro sui ciclidi e delle più interessanti pubblicazioni sui labirintidi mai pubblicate. Uomo di scienza e grandissimo comunicatore. Vabbè tengo fede alla mia intenzione iniziale e lascio da parte le smancierie. Dico solo che fu un incontro intenso. A fronte di un curriculum impressionante fu con me molto gentile disponibile e umile. Fece anche un regalo immenso a me e a un mio amico che ora non c'è più. Non l'ho mai ringraziato abbastanza credo.

Perché associare R.J.G. ai pesci nordamericani?
Semplice, perché uno dei libri più belli che Goldstein abbia mai dato alle stampe è questo qua:


Il libro è del 2000. Lo comprai più per completezza e curiosità che per reale necessità. Inutile dire che me lo sto rileggendo con rinnovato interesse. Non è un libro puramete hobbistico ma non è neanche estremamente tecnico. E' un ottima via di mezzo. E' scritto da ittiologi professionisti e l'editore è una nota università americana. Quindi il risultato è molto formale se paragonato alle pacchianate della TFH.
Più di 400 pagine piene zeppe di informazioni e rigore. Se non fosse per la carenza di foto sarebbe il libro perfetto.

Non credo abbia avuto molto successo in europa. Le specie nordamericane sono di difficle reperimento e non sono andate mai di moda. Peccato perché la bellezza e la varietà delle specie neartiche farebbero invidia a molti degli equivalenti tropicali.


5 commenti:

  1. beh, credo che dopo tre giorni abbia smesso di piovere, e quindi puoi pubblicare le fotografie delle vasche esterne!

    ciao caro
    Alessandro

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  2. wow, che calderone (intanto ci si è messo pure lo scirocco con annesse tonnellate di sabbia rossa). fremo in attesa di foto e post futuri.
    che gola il libro del professore. e un bel ricordo misto a una punta di rimorso per quell'interview...uno dei miei tanti debiti. se mai spunterà il sole, con la scusa di saldarlo con le dafnie vengo a spizzarti le vasche esterne e le sarre.

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  3. Fabio, se riesci a rintracciare Pteronotrpis welaka fammi un fischio (io non ci sono mai riuscito). Comunque l'esperienza con i Notropis lutrensis e' stata entusiasmante (li tenevo sul terrazzo) e sono pesci straordinari.

    Ciao Enrico

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  4. Alessandro: qui purtroppo è ancora brutto tempo. Spero nel WE.

    Rogolino mio: ti aspetto quando vuoi.
    Se domenica non mi trascinano da qualche parte mi trovi con le mani a impastare torba.

    Enrico: i lutrensis me li hai fatti conoscere te sul NG.
    Gli Pteronotropis, purtroppo, non li ho mai visti sui listini asiatici.

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  5. anvedi sti americani. pur di far soldi, si so' inventati pure i Tanichthys della pregiata varietà a pinne gialle :D

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