Ricordate il tonno rosso?
Ne avevo parlato qui qualche tempo fa. Eravamo rimasti ai progetti di riproduzione in cattività e alle difficoltà oggettive che si presentano con specie simili. Avvincente problema tecnico. Sarebbe bello dedicare tempo e investimenti ad un sfida del genere. Ma il tempo pare non esserci più.
L'85% dei tonni in natura ce li siamo mangiati, letteralmente. Quel 15% scarso che rimane ha acquisito un valore tale (per un tonno adulto si può arrivare a cifre che si aggirono intorno ai 100.000 $), che a dispetto di tutti gli avvisi dei ricercatori nessuno pare riuscire a mettere un freno alla pesca di questa specie.
Ultimanete ci ha provato la CITES (ne parla anche Marco sul suo blog QUI trovate il post)
Esperti hanno proposto il bando totale al commercio del tonno rosso in tutto il mondo. Ne sono rimasti pochi, è una specie minacciata, se ci fermiamo adesso tra 20 anni magari è possibile ricominciare a pescare e, tutto sommato, è un alimento non essenziale. Si vota per vietare: 68 contrari, 20 a favore e 30 astenuti.
Che la CITES sia un carrozzone politico del tutto inutile pare evidente (non da oggi, sia chiaro). Qualcuno spera allora in un altra istituzione, l'ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas). Ma anche qui la speranza dura solo il tempo della lettura estesa dell'acronimo. Il senior scientist dela IUCN non lascia speranze "ICCAT doesn't have a "chance in the world" of saving the bluefin tuna fishery from collapse".
(anche la IUCN, come la CITES, sa fare bene la parte sceintifica; quella politica molto meno).
Esistono altre urgenze ben più pressanti è ovvio; pressione demografica, inquinamento, energia. Ma proprio perché quella del tonno, "appare" come un cosa piccola e necessario agire con scienza e coscienza. Perché se molli sulle piccole cose alla fine molli su tutto.
Ok, il tonno rosso se ne andrà. Pare inevitabile. Le scelte politiche servono per avere consenso non per fare la cosa giusta. Lo sappiamo.
Sappiamo anche che non c'è un altro mondo possibile, una seconda chance...Magrathea, in fin dei conti, non esiste.
Nature 1
Nature 2
Ti ringrazio per il link (puoi correggerlo, ché è sbagliato?) e per il tono, malinconico, del post. Io sono molto più cattivo, e (ma non l'ho detto) bombarderei il Giappone che, tra tonni, squali e balene, sta spopolando i mari.
RispondiEliminaCorretto.
RispondiEliminaFai bene ad andarci pesante.
Però non è un problema solo del Giappone; se fai la conta devi tirare dentro pure Spagna, Usa, Canada (gli ultimi due hanno, di fatto, estinto il merluzzo atlantico). Anche noi con le nostre spadare non scherziamo mica.
Insomma, di bombe ne servirebbero tante.
La cosa strana è che sono, Italia a parte, paesi che spendono molto nell'ittiologia intesa come scienza di base. Mah.
lo sapevo! -.- quando sarà estinto faranno qualcosa di concreto...
RispondiEliminache io sappia ci sono stati già dei successi nella riproduzione del tonno in acquacoltura, purtroppo siamo solo all'inizio e per il tonno rosso non rimane molto tempo, ma grazie anche a siti come il tuo che ne parla, qualcosa si sta muovendo. Ad es. la coop non lo commercializza più
RispondiEliminaPuntata di Report di ieri dedicata all'argomento.
RispondiEliminahttp://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%5E1087816,00.html