Nimbochromis livingstonii (Gunther, 1894)
By Dr. Michael K. Oliver (Photographed by the uploader) [GFDL (www.gnu.org/copyleft/fdl.html) or CC-BY-SA-3.0 (www.creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons |
C'è questa cosa che si chiama "finta zoppia newyorkese", non la troverete su Wikipedia perché è proprietà intellettuale di questo signore qui, uno che a dirla tutta sta comodamente alla pallacanestro americana come David Foster Wallace stava al tennis (Black Jesus: costa poco ed è un capolavaro). Se però non avete confidenza con il Rucker Park o con i film di John Singleton vi basti sapere che nella "finta zoppia" si finge un handicap, una limitazione, per dichiarare la propria forza.
Ecco a pensarci è una cosa che alcuni fanno spesso. Palesano la propria ignoranza, le lacune e i limiti oggettivi che hanno, per portare il discorso su di un altro piano. La parte che ignorano non è importante ai fini del discorso; insomma fingono sia centrale per far entrare nell'arena della discussione quelli bravi davvero, quelli in gamba che sanno le cose o che, di quelle conoscenze in gioco, hanno prodotto esperienza diretta (diremo cultura), per il solo fatto che loro presenza sia legittimante di un discorso impari a prescindere.
Parlo di questa cosa qui e della presunta vittoria che anche io avevo celebrato nel mio intimo. Perché la vittoria, a pensarci bene, non può essere nel merito della questione per due motivi: il primo è che non c'è possibilità di discussione (non dopo più di un secolo dall'esaurimento delle discussioni probatorie che hanno sancito la fine della stessa); il secondo motivo è che a loro, della discussione specifica (se l'evoluzione sia vera o meno), non interessa minimamente. L'importante è portare uno come Pievani al loro livello, perché i bulli fanno cosi, i bulli che praticano la finta zoppia newyorkese ci godono nell'impegnare il tempo degli scienziati con queste cose che per loro sono inutili (i magisteri sono non sovrapponibili per loro già da qualche secolo anche se noi ancora ci rimuginiamo sopra poco furbescamente). E' allora questa per me è una disproporzione della vita dello scienziato che pensa di vedere punti portati alla propria squadra mentre invece sono altrettante le segnature che concede all'altra. Solo per il fatto di essersi messi al loro stesso livello, solo per il fatto di essersi fatti ingannare dal loro finto handicap conoscitivo.
I temi sono errati, questionano di teorie perché sanno che i fatti in cielo e in terra sono molti di più di quelli che vivono nei loro sogni. Perché i fatti smonterebbero tutte le loro convinzioni sui miracoli, la sessualità, la socialità e l'evoluzione della nostra specie. Sono come quei pesci, che si fingono morti e poi uccidono. Offrono il fianco, con argomenti putrefatti allo scorrere dei dibattiti tecnici di cento anni fa, solo per invitarci a perdere tempo.
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