I titoli sono un pugno nello stomaco per la brutezza. Sarebbe bastato tradurre alla lettera i titoli originali ("The end of the line", per il primo; "Darwin's dreampond"* per il secondo) per evitare sensazionalismi e richiami esotici che paiono del tutto fuori luogo vista la portata, e la potenza, dei due temi trattati.
Diversa l'estrazione dei due autori. Clover è un giornalista, Goldschmidt un ricercatore. Non importa comunque, i due libri sono belli, scorrevoli e "avvincenti".
Il primo parla dell'overfishing (pescare troppo pesce, per troppo tempo e in troppi posti), con la valanga di conseguenze accessorie. Estinzioni, blocchi della pesca, povertà e fame nel mondo. Il taglio, a tratti ambientalista (un difetto grave), è ispirato da una certa accuratezza spesso difficile da trovare nei giornalisti.
Lode al merito per il solo fatto di trattare uno dei lati più oscuri, anzi, dannatamente bui, dello sfruttamento sostenibile (si si, è un ossimoro).
Il secondo libro è più famoso. Testo divulgativo di un autore che ha prodotto ottima letteratura tecnica. Più avvincente del primo forse. L'unico difetto è la data di pubblicazione, 1994, perché nel frattempo la situazione è peggiorata.
Molto meglio la parte tecnica del problema. Una radiazione di questo tipo (simpatrica, veloce e monofiletica) è un qualcosa di difficile comprensione e divulgazione. Goldschmidt ci riesce alla grande senza lasciarsi travolgere dai moti emozional-ambientalistici caratteristici delle discussioni sulla conservazione del lago Vittoria.
*Il titolo dell'edizione originale è olandese in realtà. Ho messo quello dell'edizione inglese che dovrebbe essere abbastanza fedele.