19 ottobre 2012

Pesci ai raggi X


Probabilmente le avete già viste in rete qualche tempo fa e, a meno che non siate negli Stati Uniti per qualche motivo, la notizia è di scarsa utilità (ma la mostra gira gli USA fino al 2015). Le foto sono però troppo belle per farle passare inosservate. Metto quindi quella che mi piace di più, con un fatterello anatomico che mi ha sempre affascinato, e vi rimando ai link istituzionali di questa mostra itinerante organizzata dal museo Smithsonian.




Cliccando la foto in basso invece si accede al photostream Flickr ufficiale.






Gasteropelecus maculatus. Credit Sandra J. Raredon, Division of Fishes, NMNH

G. maculatus è forse il più caratteristico tra i pesci "accetta" e la foto rende bene lo sviluppo anatomico che caratteriza questi piccoli caraciformi della famiglia Gasteropelecidae (dal greco gaster, stomaco  e  pelekis, ascia). La loro forma peculiare è data dall'aumento delle dimensioni delle ossa coracoidi del cinto pettorale sulle quali vanno ad inserirsi i muscoli delle pettorali. Questa struttura, ossa più muscoli, può arrivare al 25% del peso dell'esemplare e serve a produrre la spinta necessaria a sfuggire i predatori; battendo con le ampie pinne pettorali sulla superficie dell'acqua infatti, un esemplare è in grado di compiere un balzo che può arrivare ad essere lungo anche 30 volte la lunghezza del suo corpo. E' un pò come se un atleta di salto in lungo, alto un metro e ottanta, saltasse 54 metri!



12 ottobre 2012

I pesci del barone Cuvier




La storia della scienza è fatta di vincitori e vinti. Ma più che le persone a gareggiare sono le idee, che hanno vita più lunga delle prime e che sono sottoposte al giudizio insindacabile del tempo. Ma a noi viene meglio giudicare l'operato delle personalità che hanno fatto la storia della scienza e la nostra umana propensione a puntare l'arbitrario dito del senno di poi ci permette di stilare classifiche trancianti.
Rimaniamo affascinati quindi da quelli che pensiamo essere i grandi perdenti della storia. Lamarck, Buffon e Cuvier hanno perso contro Darwin e Wallace. Come se fosse una gara asettica di forza intellettuale. Ovviamente non è così. Le idee selezioniste dei due inglesi hanno prevalso sulla scuola post-illuminsta francese, è vero, ma l'operato di uno scienziato non si esaurisce con l'analisi di uno singolo aspetto della sua carriera, come non si giudica l'opera di uno scrittore considerando solo il suo romanzo più brutto. 

Cambridge University Press ha intrapreso l'ammirevole impresa di pubblicare in anastatica, della versione inglese, l'opera più famosa del barone Cuvier: Le Règne animal distribuè d'après son organisation. Il decimo volume è dedicato ai Pesci e qui trovate la scheda della casa editrice

Padre dell'anatomia comparata e della paleontologia, geologo, non evoluzionista preDarwiniano, catastrofista  e con un discreto potere politico-intellettuale nella Francia di allora, Cuvier è stato considerato per molto tempo il più grande perdente della storia della biologia postDarwiniana. Per molti aspetti ha ricevuto più biasimo anche di Lamarck. Ma il tempo ha reso giustizia ad entrambi e ora ognuno di essi gode di una più corretta collocazione di merito. 

Tornando al libro. Se una copia anastatica di un opera del genere fa gola a tutti i cultori della materia non è possibile ignorare le potenzialità dell'epoca in cui viviamo e quindi vi rimando alla digitalizzazione della stessa disponibile su GoogleBooks: The Class Pisces

Sempre di Cuvier potete trovare l'opera completamente dedicata all'ittiologia, in 11 volumi (terminata dallo scienziato Achille Valenciennes dopo la morte del barone). 





17 agosto 2012

Lago di Fogliano


Le bonifiche di epoca fascista che hanno portato l'Agro Pontino ad essere come lo conosciamo oggi hanno permesso la formazione di diverse lagune salmastre. La più grande, il lago di Fogliano, si trova a ridosso della spiaggia libera di Foce Verde, in provincia di Latina. Un posto tranquillo e non troppo affollato dove l'ecosistema a dune è ancora ben conservato. Gli ambienti dunali anche se meno biodiversificati rispetto ad ambienti più permissivi, sono fondamentali per l'azione di contrasto che svolgono nei confronti dell'erosione dei litorali. Personalmente li trovo estremamente affascinanti e trovare delle dune ben conservate, in un luogo di villeggiatura poi, è un gioia per gli occhi.

Promontorio del Circeo sullo sfondo.










Attraversata la strada litoranea, ad un centinaio di metri di distanza dalla spiaggia, ecco il lago salmastro di Fogliano.


16 agosto 2012

Lago di Giulianello


Giulianello è un piccolo lago vulcanico nel territorio posto tra Colli Albani e i Monti Lepini, a sud di Roma. Si raggiunge facilmente da Velletri o da Cori e una volta lasciata la strada asfaltata uno sterrato fortemente compromesso rende difficile l'accesso alla autovetture convenzionali (meglio un fuoristrada o a piedi). Vista le difficoltà ad arrivare sulle sue rive non stupisce la tranquillità del luogo. Foto di rito e qualche raccolta con guadino. Purtroppo solo specie alloctone come: Lepomis gibbousus, Gambusia affinis e Procambarus clarkii.



 



 

 


22 luglio 2012

Piccolo, e breve, ritorno alle origini.



Qui una volta era tutta "ittiologia domestica". Ora non lo è più ma ogni tanto qualcosa si riesce ancora a fare¹. Una manciata di pesci matita e una specie di Apistogramma che ho inseguito per anni. 
Poi, se la cosa procede, vi dico come è andata.


¹ Foto prese con il telefono



17 luglio 2012

il bosone di Carlo e Alfredo.


In facoltà girava la storiella, ma forse la conoscete già, che gli unici in grado di parlare con Dio sono i matematici e che gli unici che riescono a parlare con i matematici sono i fisici. Poi la storiella degenerava nella solita chiusura denigratoria nei confronti di medici e ingegneri (o erano i filosofi o forse era tutta li e le storielle denigratorie erano altre). Vabbè ora la sapete anche voi e la collegate ai fatti di Ginevra come meglio vi aggrada.

L'unico commento intelligente (?) a tutta la storia dei bosoni che mi è venuto è che noi il nostro bosone l'abbiamo descritto 153 anni fa per mezzo di uno sperimentale (Carlo) e un teorico (Alfredo), e lì per lì tutto 'sto clamore non c'era mica stato.



09 luglio 2012

Letture di luglio




Nuovo portale bilingue dedicato all'ittiologia del continente nero. Ottima risorsa che promette bene.



Hubert Ludwig, 1891

Una nuova Laetacara, una nuova Apistogramma e un nuovo pesce gatto. Forse il più interessante è però quello di Costa sull'analisi comparata dello scheletro caudale dei killi vivi e estinti. Trovate tutto sull'ultimo numero di Vertebrate Zoology 62(2)



Bunocephalus coracoideus (Cope, 1874)
  Beiträge zur Kenntniss der Flussfische Südamerika's (1879)

Fresco di stampa digitale anche il secondo numero di Neotropical ichthyology 10(2)


 Pangio khulii (Valenciennes, 1846)
(By Kamikaadze (Own work) [CC-BY-SA-3.0 ]



Ichthyological exploration of freshwater 23(1) con due articoli liberamente consultabili.


By Jimmyg2k (Own work) [CC-BY-SA-3.0 ]

Ancora Western Ghats, la regione indiana hotspot della biodiversità: Freshwater fish fauna of Krishna River at Wai, northern Western Ghats, India



 Pieter Bleeker (1819–1878) (Drawing from the original description 1855)

Quanti Barbus tetrazona esistono? A parte il fatto che non si chiama più cosi, direi che l'habitus è piuttosto ridondante, e comunque tanto per rendere semplici la cose eccone uno davvero molto simile appena descritto: Systomus navjotsodhii, a new cyprinid fish from Central Kalimantan, Borneo.




13 giugno 2012

Ichthyologiae Archipelagi Indici Prodromus.

Puntius rhomboocellatus   Koumans, 1940


Nel 1860 Pieter Bleeker, ittiologo olandese, pubblica il secondo volume dell'opera in oggetto (il primo era sui siluriformi), che ha per interesse l'ordine dei "Cyprini" (somma non filetica dei due ordini Cipriniformi e Ciprinodotiformi). Oggi a distanza di un bel po' di tempo qualcuno ha tradotto l'opera, che in origine era in latino tecnico e olandese, mantenendo le illustrazioni originali.

Ve lo scaricate da qui: An illustrated translation of Bleeker's Fishes of the indian Archipelago Part II Cyprini



24 maggio 2012

Sogliole

Preso da Blennywatcher.

Le sogliole si sono appiattite dalla parte sbagliata, si nascondono bene sotto la sabbia e ... si fingono tossiche. La specie dovrebbe essere Soleichthys maculosus (Muchhala & Munroe, 2004) e, come scrivono sul sito che ho linkato sotto il video, ancora non sono sicuri quale sia il platelminta mimato.


addendum


Ricordavo anche un altro caso di mimetismo tra pesci e platelminti e quindi sono andato a controllare. E infatti:

      Platax pinnatus (Linneo, 1758)           


Pseudobiceros hancockanus (Collingwood, 1876)

Il pesce è in livrea giovanile e da adulto cambia completamente aspetto (così). Se volete approfondire i casi di mimetismo nei pesci marini, che la letteratura è enorme, non avete che da iniziare con questo articolo (è una review, ovviamente) del sempre ottimo John Randall. Lo scaricate gratuitamente qui


08 maggio 2012

Riproduzione sperimentale delle cagnette


Salaria fluviatilis Asso, 1801
©Giacomo Radi

Se volete cimentarvi nella riproduzione di un blennide d'acqua dolce ma non sapete da dove iniziare ora avete a disposizione un bel protocollo scientifico. Lo stampo non è quello delle riviste acquariofile, sia chiaro, il tono è asettico e pratico (come deve essere), ma come sempre l'articolo e pieno di nozioni fondamentali per approcciare il tema della riproduzione in cattività di specie ostiche in tal senso. Insomma secondo me sono sempre molto interessanti e vale la pena dargli un' occhiata.

Trovate tutte le informazioni in questo articolo liberamente consultabile QUI

23 aprile 2012

Fishes of Tennessee





Lo potete scaricare, gratuitamente e legalmente, da QUI


12 aprile 2012

Vertebrate zoology, 62 (1)


By Cláudio Dias Timm  [CC-BY-SA-2.0 ], via Wikimedia Commons

Australoheros facetus Jenyns, 1842


Vertebrate zoology è invece una rivista tedesca che si occupa appunto di...zoologia dei vertebrati. I pesci però hanno un occhio di riguardo e questi sono gli articoli liberamente scaricabili di interesse ittiologico:


Serrapinnus sterbai spec. nov. – Beschreibung eines neuen Salmlers  (Teleostei: Characiformes: Characidae: Cheirodontinae) aus Brasilien mit Bemerkungen zu S. gracilis (Géry, 1960) comb. nov. and S. littoris  (Géry, 1960) comb. nov


Das Typusmaterial der Characiformes des Museums für Naturkunde zu Berlin. Teil 2a (3): Südamerikanische Characiformes im weiteren Sinne  (Teleostei: Ostariophysi: Characiformes: Parodontidae, Curimatidae,  Prochilodontidae, Anostomidae, Chilodontidae, Crenuchidae,
Hemiodontidae


Trichomycterus macrophthalmus (Teleostei: Siluriformes: Trichomycteridae), a new species of catfish from the Paraíba do Sul river basin, southeastern Brazil


Three new species of Australoheros from southeastern Brazil, with taxonomic notes on Chromys oblonga, Heros autochton and H. jenynsii (Teleostei: Labrodei: Cichlidae)


Segnalo sempre queste riviste perché so essere completamente open access. Spesso segnalo anche singoli articoli da altre riviste "chiuse", che hanno però l'accesso libero e che reputo interessanti. Molti altri sono consultabili solo pagando o tramite biblioteche universitarie (ma dovete essere iscritti all'università), quelli non li segnalo e al limite li commento se ottengo il paper in questione. 
Quello dell'inaccessibilità alle informazioni scientifiche è un problema molto complesso, o molto semplice (dipende), che riguarda sostanzialmente i grandi interessi economici di questo tipo di editoria. E' un problema annoso che è stato analizzato da altri blogger molto più svegli del sottoscritto. Ovviamente sono dell'idea che la conoscenza debba essere sempre libera, per tutti, ovunque. Per il resto le revisioni tra pari, l' impact factor e l'autorevolezza, sono tutte parole altisonanti tese a confondere le idee sul punto centrale di tutte queste discussioni: i soldi (delle case editrici eh, che i ricercatori non prendono una lira dai loro lavori). 

Leggete le fonti primarie e divulgatele. Così, a mo' di undicesimo comandamento.



11 aprile 2012

Neotropical ichthyology, 10 (1)


By Tiia Monto (Own work) [CC-BY-SA-3.0 via Wikimedia Commons

Cichla temensis Humboldt, 1821


Ultimo numero delle rivista pubblicata dalla Società Brasiliana di Ittiologia. Come sempre gli articoli tecnici sono ad accesso libero e li trovate tutti QUI. Metto il link diretto solo a quelli che sembrano i più interessanti (ovviamente per me):

01 aprile 2012

Dieci anni senza Stephen Jay



Su Tralfamadore , dice Billy Pilgrim,  non c'è molto interesse per  Gesù Cristo. 
La figura terrestre che più colpisce i tralfamadoriani , dice lui, è quella di Charles Darwin, che insegnò che chi muore deve morire e che i cadaveri sono un miglioramento. 
Così va la vita.

Kurt Vonnegut
Mattatoio n° 5, 1966






Quest'anno si celebra il decennale della scomparsa di S.J. Gould . Inutile stare a dire cosa rappresenti Gould per tutti gli studiosi o i semplici appassionati di evoluzione al mondo. E' inutile perché se lo conoscete vuol dire che sapete molto di lui e probabilmente avete una conoscenza profonda dei processi evolutivi; se invece non lo conoscete molto probabilmente credete di sapere come funziona uno dei meccanismi naturali più anti-intuitivi presenti su questo pianeta, senza però averci capito molto. Ma il merito non è soltanto da quel punto di vista lì, che è un punto di vista abbastanza tecnico-divulgativo. Uno dei suoi meriti, vedi post precedente, è proprio l'apparato gouldiano che fa da ponte tra le due culture. Non so, io l'ho sempre visto così, a fare il capofila dalla parte scientifica, con dall'altra parte uno come Calvino magari, a farsi beffe delle legioni di scienziati anti-umanisti e delle schiere di letterati anti-scienza arroccati in un tower defence senza senso. Insomma Gould è stato un gigante e anche se tra 100 anni le sue idee tecniche saranno considerate superate rimarrà comunque la sua eredità culturale. 
Per festeggiarlo il portale Pikaia ha indetto un sondaggio nelle intenzioni bello e lodevole ma che all'atto pratico appare un tantino "impraticabile". Delle dodici raccolte di saggi prese in esame due sono introvabili nelle librerie (si, anche i libri sono soggetti ad estinzione) e le altre sono troppo dense di saggi da poterli ricordare tutti velocemente (personalmente credo di averli letti tutti più di una volta ma non me li ricordo mica cosi bene da poter rispondere velocemente).
Secondo me avrebbe avuto più senso fare una cosa sui contributi dati da Gould nell'arco della sua carriera. Da un punto di vista tecnico (equilibri punteggiati, exaptation, evo-devo ecc.) e divulgativo (storicità e contingenza dell'evoluzione, razzismo scientifico, nuova visione critica dei primi evoluzionisti ecc.). Cosi, giusto per dare un credito maggiore all'eredità culturale piuttosto che a quella editoriale. Ma va bene cosi, ci mancherebbe, quale altro sito vi ha comunicato la ricorrenza della morte di uno dei più grandi pensatori del secolo scorso?


31 marzo 2012

Tra le due culture



C.P. Snow in noto saggio affermò che vi è una frattura incolmabile tra la cultura umanistica e quella scientifica. Egli ha ragione per quanto riguarda l'assenza di comunicazione tra i fisici e gli umanisti, ma vi è una discrepanza ancora maggiore tra, diciamo, i fisici e i naturalisti. Inoltre, vi è una mancanza di comunicazione anche più pronunciata tra i rappresentanti della biologia funzionale e quelli della biologia evoluzionistica. Per di più la biologia funzionale condivide con la fisica un interesse per le leggi, la predizione , per tutti gli aspetti della quantità e della quantificazione e per gli aspetti funzionali dei processi, mentre nella biologia evoluzionistica sono di particolare interesse questioni come la qualità, la storicità, l'informazione e il valore selettivo, questioni che sono anche di interesse nelle scienze comportamentali e sociali, ma non in fisica. Quindi non è per nulla irragionevole considerare la biologia evoluzionistica come una sorta di ponte tra le scienze fisiche da un lato e le scienze sociali e le discipline umanistiche dall'altro.

 Ernst  Mayr
Storia del pensiero biologico, 1982

11 marzo 2012

Disproporzione


Nimbochromis livingstonii (Gunther, 1894)
By Dr. Michael K. Oliver (Photographed by the uploader) [GFDL (www.gnu.org/copyleft/fdl.html) or CC-BY-SA-3.0 (www.creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons


C'è questa cosa che si chiama "finta zoppia newyorkese", non la troverete su Wikipedia perché è proprietà intellettuale di questo signore qui, uno che a dirla tutta sta comodamente alla pallacanestro americana come David Foster Wallace stava al tennis (Black Jesus: costa poco ed è un capolavaro).  Se però non avete confidenza con il Rucker Park o con i film di John Singleton vi basti sapere che nella "finta zoppia" si finge un handicap, una limitazione, per dichiarare la propria forza. 

Ecco a pensarci è una cosa che alcuni fanno spesso. Palesano la propria ignoranza, le lacune e i limiti oggettivi che hanno, per portare il discorso su di un altro piano. La parte che ignorano non è importante ai fini del discorso; insomma fingono sia centrale per far entrare nell'arena della discussione quelli bravi davvero, quelli in gamba che sanno le cose o che, di quelle conoscenze in gioco, hanno prodotto esperienza diretta (diremo cultura), per il solo fatto che loro presenza sia legittimante di un discorso impari a prescindere. 

Parlo di questa cosa qui  e della presunta vittoria che anche io avevo celebrato nel mio intimo. Perché la vittoria, a pensarci bene, non può essere nel merito della questione per due motivi: il primo è che non c'è possibilità di discussione (non dopo più di un secolo dall'esaurimento delle discussioni probatorie che hanno sancito la fine della stessa); il secondo motivo è che a loro, della discussione specifica (se l'evoluzione sia vera o meno), non interessa minimamente. L'importante è portare uno come Pievani al loro livello, perché i bulli fanno cosi, i bulli che praticano la finta zoppia newyorkese ci godono nell'impegnare il tempo degli scienziati con queste cose che per loro sono inutili (i magisteri sono non sovrapponibili per loro già da qualche secolo anche se noi ancora ci rimuginiamo sopra poco furbescamente). E' allora questa per me è una disproporzione della vita dello scienziato che pensa di vedere punti portati alla propria squadra mentre invece sono altrettante le segnature che concede all'altra. Solo per il fatto di essersi messi al loro stesso livello, solo per il fatto di essersi fatti ingannare dal loro finto handicap conoscitivo.

I temi sono errati, questionano di teorie perché sanno che i fatti in cielo e in terra sono molti di più di quelli che vivono nei loro sogni. Perché i fatti smonterebbero tutte le loro convinzioni sui miracoli, la sessualità, la socialità e l'evoluzione della nostra specie. Sono come quei pesci, che si fingono morti e poi uccidono. Offrono il fianco, con argomenti putrefatti allo scorrere dei dibattiti tecnici di cento anni fa, solo per invitarci a perdere tempo. 



09 marzo 2012

Three-spined frogfish

Batrachomoeus trispinosus   (Günther, 1861)


21 febbraio 2012

Isolamenti riproduttivi


Gli organismi evolvono. Producono cambiamenti in risposta ad altri cambiamenti. Devono farlo, per sopravvivere certo, ma anche perché la vita, per come funziona qui, non ha altra possibilità di svolgimento. L'evoluzione è un processo planetario che coinvolge tutto ciò che è vivo (o che lo è stato). 

Spesso segnalo articoli tassonomici. Articoli che riguardano specie del tutto nuove alla scienza o popolazioni abbastanza isolate da poter meritare il rango di specie autonoma da quella parentale. Ma la speciazione è un fenomeno contingente all'evoluzione. Perché se alla fine si cambia molto e impossibile tornare indietro ed ecco che si vengono a creare quei meccanismi di isolamento riproduttivo che sono il fondamento assoluto per la formazione di una nuova specie. Se non è possibile riprodursi con gli "altri" i geni (gli alleli) non circolano più liberamente e ognuno per la sua strada.

Quindi prima della specie c'è l'isolamento e, quindi, invece che i soliti lavori tassonomici oggi segnalo due lavori che spiegano, con due casi specifici, ciò che è alla base di quei processi che portano alla formazione di nuove specie:


Chad Thomas © WorldFish Center - FishBase
Lucania parva Baird & Girard, 1885




© Juan Miguel Artigas
Poecilia mexicana  Steindachner, 1863



15 febbraio 2012

In ordine sparso vi segnalo...


...un interessante articolo che spiega come pesci che cambiano sesso possano poi cambiarlo nuovamente a fronte di cambiamenti ecologici. Non vi lascio il link diretto all'articolo tecnico ma segnalo direttamente l'ottimo post di David  (che, come sempre, spiega il tutto con semplicità a chiarezza):

Forme di vita: cambiamento di sesso bidirezionale

Poi c'è una cosa importante sul barcoding (ne avevo iniziato a parlare in un paio di post qualche tempo fa). La ricerca va avanti e gli sviluppi sono notevoli. Questo è uno studio recentissimo sui ciprinidi commercializzati a livello hobbistico:

Barcoding and border biosecurity: identifyng cyprinid fishes in the aquarium trade

Se invece non sapete cosa sia il barcoding potete farvi un'idea tramite le presentazione di un workshop da poco tenutosi in Italia. Trovate tutto qui: dna barcoding

Come ultima cosa eccovi il link di un blogger italiano che leggo da poco ma che, oltre ad essere molto preparato, scrive cose interessanti su cose ittiologiche che conosco poco:

PaleoStories



Abbiamo aperto con un pesce falco, chiudiamo con un pesce falco.


Cirrhitichthys oxycephalus   (Bleeker, 1855)




By Jenny (JennyHuang) from Taipei (Flickr) [CC-BY-2.0 (www.creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons



16 gennaio 2012

Dottyback, Parrottfish et al.


Manciata di nuovi articoli liberamente consultabili. Le foto non indicano le specie descritte ma specie genericamente afferenti.

By Mrbrefast (Own work) [CC-BY-3.0 (www.creativecommons.org/licenses/by/3.0)], via Wikimedia Commons
Zootaxa: Two new dottyback species of the genus Pseudochromis from southern Indonesia (Teleostei: Pseudochromidae)


By Florida Keys National Marine Sanctuary Staff (http://www.photolib.noaa.gov/htmls/reef2591.htm) [Public domain], via Wikimedia Commons

Zootaxa: Sparisoma choati, a new species of Parrotfish (Labridae: Scarinae) from the tropical eastern Atlantic

©Seotaro Wikimedia Commons

Journal of Marine Science and Technology: A new species of Rhinogobius Gill. 1859 (Teleostei: Gobiidae) from the Bonin island, Japan



By Jeffdelonge (Own work) [Public domain], via Wikimedia Common

IEF: Orestias gloriae, a new species of cyprinodontid fish from saltpan spring of the southern high
Andes  (Teleostei: Cyprinodontidae)



By NOZO (Own work) [GFDL (www.gnu.org/copyleft/fdl.html) or CC-BY-3.0 (www.creativecommons.org/licenses/by/3.0)], via Wikimedia Commons

IEF: Oryzias sakaizumii, a new ricefish from northern Japan (Teleostei: Adrianichthyidae)



Di User:Haplochromis (Opera propria (own Photo)) CC-BY-SA-2.5-2.0-1.0 (www.creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5-2.0-1.0)], attraverso Wikimedia Commons

IEF: Out of Lake Tanganyika: endemic lake fishes inhabit rapids of the Lukuga River



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