"Humans are not the pinnacle of evolutionary progress but only an aberrant side branch of fish evolution" Peter B. Moyle
30 ottobre 2011
23 ottobre 2011
Western Ghats
Qualche tempo fa parlavo del Puntius denisonii.
Brevemente: specie scoperta da poco, areale piccolo, biologia riproduttiva complessa e aspetto gradevole. La scoprono gli ittiologi, bene. La scoprono gli acquariofili, male.
"Ma che sei matto, negli allevamenti usano gli ormoni, li riproducono facilmente, ma quale pericolo di estinzione!".
Si certo, perché il mercato dei pesci ornamentali è fatto solo da allevamenti ipertecnologici e superetici. Ma fino a quando un pesce catturato in natura costerà meno di un pesce allevato, sarà il pesce selvatico a essere venduto agli hobbisti. L'economia di mercato, mi dicono, funziona in questo modo (almeno fino alla prossima rivoluzione).
Due pubblicazioni recenti hanno riportato la questione in primo piano.
La prima riguarda uno studio della produzione ormonale dei pesci in natura (e lo scaricate qui); in soldoni pare che il periodo di maggior produzione degli ormoni sessuali sia quello che va da ottobre a marzo e non come si pensava nel periodo estivo. Può apparire un dato ozioso ma è in realtà fondamentale per applicare periodi di fermo pesca mirati al periodo riproduttivo.
La seconda pubblicazione è più generale e riguarda tutta la biodiversità delle acque interne del Western Ghats (hotspot indiano dove vive, appunto, anche il P. denisonii). Pubblicata dalla IUCN e liberamente scaricabile dal loro sito (qui).
Per la sezione dei pesci i problemi sono i soliti: pesca edule e ornamentale, inquinamento, specie alloctone (roba che ci sono anche i platy), dighe e vuoti legislativi. Molte cose derivano dal momento storico di adolescenza industriale che tutti i paesi in via di sviluppo subiscono (del resto a noi capitò negl anni cinquanta e molti di questi problemi li abbiamo ancora), ed è difficile porvi rimedio. Altre si possono fare facilmente. Scegliere di non comprare specie selvatiche a rischio di estinzione è una di quelle. E visto che nessuno può garantirvi la provenienza dei pesci che comprate, le certificazioni per specie d'acqua dolce non esistono, perché comprarli?
Due pubblicazioni recenti hanno riportato la questione in primo piano.
By Michał Zalewski (Own work) [GFDL (www.gnu.org/copyleft/fdl.html), CC-BY-SA-3.0 |
La prima riguarda uno studio della produzione ormonale dei pesci in natura (e lo scaricate qui); in soldoni pare che il periodo di maggior produzione degli ormoni sessuali sia quello che va da ottobre a marzo e non come si pensava nel periodo estivo. Può apparire un dato ozioso ma è in realtà fondamentale per applicare periodi di fermo pesca mirati al periodo riproduttivo.
La seconda pubblicazione è più generale e riguarda tutta la biodiversità delle acque interne del Western Ghats (hotspot indiano dove vive, appunto, anche il P. denisonii). Pubblicata dalla IUCN e liberamente scaricabile dal loro sito (qui).
Per la sezione dei pesci i problemi sono i soliti: pesca edule e ornamentale, inquinamento, specie alloctone (roba che ci sono anche i platy), dighe e vuoti legislativi. Molte cose derivano dal momento storico di adolescenza industriale che tutti i paesi in via di sviluppo subiscono (del resto a noi capitò negl anni cinquanta e molti di questi problemi li abbiamo ancora), ed è difficile porvi rimedio. Altre si possono fare facilmente. Scegliere di non comprare specie selvatiche a rischio di estinzione è una di quelle. E visto che nessuno può garantirvi la provenienza dei pesci che comprate, le certificazioni per specie d'acqua dolce non esistono, perché comprarli?
22 ottobre 2011
Lo sfrangimento della variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
Perché spendere una cifra ipertrofica (ottantacinque euro, bravi) con uno sconto massimo ridicolo e imposto dallo Stato (ottima legge, bravi pure voi) per sorbirmi più di 900 pagine di uno dei divulgatori più noiosi¹ quando, gratuitamente e legalmente, posso scaricarmi il libro originale di Darwin e/o la prima traduzione di Canestrini ?
(è una domanda seria)
¹ non è lesa maestà e lo sapete anche voi
03 ottobre 2011
Aquarius
© NASA/GSFC/JPL-Caltech
Oramai i vecchi che guardano i lavori snocciolano calcolo tensoriale come se non avessero fatto altro per tutta la vita. Al bar ci si accapiglia sulla validità dei paradigmi di Kuhn e le incompletezze di Godel. Occhi lucidi in giro (pare che Einstein sia morto, di nuovo) . I neutrini sono una cosa seria e i comunicati ministeriali che li riguardano lo sono ancora di più.
Il primo report della sonda della NASA sulla salinità dei mari appare davvero una cosa insignificante a confronto. Che volete, con i neutrini si tira fuori onesta fantascienza, con il sale, no.
Se però condividete un certo entusiasmo per questa cosa della salinità degli oceani, vi consiglio di leggere questo interessantissimo post (ma tutto il blog è davvero ottimo). Anche se la sonda ha appena iniziato il suo lavoro, quella immagine è la prima, il potenziale appare devvero enorme. Spero di tornarci quando ci saranno dati più corposi e accurati cosi da estrapolare qualcosa in merito a fauna e flora (più fauna ovviamente).
Perché se sui neutrini sappiamo davvero tutto è sulla quantità di "sale" che c'è nei nostri mari che abbiamo ancora qualche problema.
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