20 aprile 2009

Indeterminazione



[...], il giardiniere separa una pianta se desidera che vari-
animali addomesticati tendono a variare.

Charles Darwin
Taccuino E



Avete presente il secondo Jurassic Park di Spielberg? Ad un certo punto c'è il matematico (interpretato dall'ottimo Jeff Goldblum) che dice, citando il principio di Heisenberg, " se tocchi qualcosa, la cambi".
Ora il principio di indeterminazione non dice proprio questo ma devo dire che è una buona estrapolazione biologica.
(E' risaputo del complesso d'inferiorità che i biologi hanno nei confronti dei fisici. Un pò perché la fisica è molto più formalizzata rispetto alla biologia e un pò perché tutti i biologi teorici vorrebbero avere un oggetto potenzialmente epistemico come il principio di Heisenberg. Sul perché non dispongano di un oggetto del genere non è facile dare una spiegazione ma con ogni probabilità un oggetto del genere in biologia semplicemente non esiste.)

Bene, che c'entra tutto questo con i pesci? In realtà non molto ma a dire la verità mi è venuto in mente perché spesso sento parlare di specie pure, ibridi e selezioni estreme di esemplari con tanto di verdetti accessori che non tengono presente una chiave di lettura basilare.

Questo non è un blog di acquariofilia; anzi con l'acquariofilia non ha niente a che vedere. Quindi non parlo delle selezioni e degli ibridi che sono, a tutti gli effetti, un normalissimo prodotto di un hobby che pone, è bene ricordarlo sempre, l'acquario, e non i pesci, come centro focale.
Personalmente non strabuzzo gli occhi quando vedo ibridi complessi come i red parrot o selezioni esasperate come alcuni carassi. Fanno parte di quel mondo. L'unica interfaccia è data dalla necessità di reperire esemplari da mettere nelle nostre vasche e, visto che in Italia è completamente assente la comunità di allevatori privati presente nel resto del mondo, l'unica alternativa e andare nei negozi.

Tempo fa avevo parlato dei colli di bottiglia e dell'effetto del fondatore applicato ai pesci presenti sul mercato.
Il discorso era più o meno questo: dopo N generazioni le frequenze alleliche cambiano, i genotipi cambiano, i pettern cambiano e, ovviamente, i fenotipi cambiano e si stabilizzano. Il risultato è che quelle in cattività sono specie molto differenti da quelle naturali. Alcune poi rappresentano una sola piccola popolazone naturale che però è presente in milioni di esemplari nella vasche di tutto il mondo. E qui mi ero fermato.

In realtà il discorso è possibile portarlo su di un livello ancora più basso.
Molti pensano che l'unico modo per evitare questo problema dei colli di bottiglia dovuti all'allevamento artificiale sia quello di prelevare i pesci direttamente in natura. Ovviamente c'è subito un altro problema dovuto all'effetto del fondatore che porta deviazioni sostanzialemente più corpose e veloci dei colli di bottiglia. Come uscirne se non con l'osservazione basilare di cui sopra?

L'osservazione è data dall'analisi del problema gerarchico. Se abbiamo in vasca degli esemplari della specie X in realtà noi non abbiamo la specie X ma solo alcuni esemplari delle specie in questione. Non possono essere rappresentativi neanche in popolazioni molto piccole e isolate come in alcuni taxa (e.g. ciprinodotidi), in quanto la relativa instabilità delle frequenze non porta, neanche in questo caso, ad avere esemplari fedeli della popolazione.

Quindi le discussioni sul non incrociare le popolazioni sono sicuramente esercizi utili. Sul breve periodo la pratica da anche ottimi risultati. Come dicevano i ghostbuster "mai incrociare i flussi".
Ma tutto sommato dal momento che li abbiamo in vasca abbiamo già operato una selezione arbitraria e significativa che ci porta alla riflessione finale tramite l'incipit iniziale.

Se tocchi qualcosa la cambi. Basta saperlo.

5 commenti:

  1. Gran bel post, mio caro.

    Pensa che invece io ho sempre visto voi biologi come i veri teorici della vita, quelli che conoscono i sistemi viventi e che ne comprendono compiutamente la complessità, quindi in possesso di un sapere di ordine superiore a quello di noi biotecnologi, che invece eravamo semplicementi chini e proni a studiare la vita non per comprendere, ma per poter sfruttare le funzioni vitali di ogni organismo, concepito quindi non come un tutto armonico ed evolvente, ma come mero insieme di processi sfruttabili a scopi produttivi.

    In ogni caso, a quanto mi risulta atualmente in Italia non trovano spazio né l'una né l'altra figura.

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  2. Mi piace questo post. Anch'io avevo riflettuto un po' sul fatto dei cambiamenti nei pesci d'acquario. Non solo non hai una popolazione vasta in acquario, ma anche i pesci si modificano. Basta pensare alla plasticità dei denti dei ciclidi oppure al fatto che il cervello si rimpicciolisce comel nel caso dei guppy. Avevo cercato di parlarne un po' in post, tu ne hai tirato le conclusioni.

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  3. Livio: sarebbe carino fare qualche paragone sia sulle frequenze di loci sotto selezione (naturale e artificiale) e sopratutto su quei loci non selezionati per vedere la deriva. Cosi giusto per togliersi la curiosità.

    Stefano: io da ex-riduzionista ci ho il debole della fisica (che ovviamente non capisco).

    :-)

    Fabio

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  4. Livio e Fabio: mi hanno inviato delle foto di una strana bestia trovata in un acquario d'acqua dolce. Non ho idea di cosa sia e vorrei sottoporvele, ma non ho i vostri indirizzi di posta. Se mi mandate una mail anche vuota a tupaia.b@gmail.com vi inoltro le foto, se vi va di fare un po' di brainstorming.
    Grazie
    Tupaia

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  5. Fabio: ach. Tu chiedi cose difficili!

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