27 dicembre 2009

Comunicare

Qualche post addietro ho cercato, tra il serio e il faceto, di illustrare come i pesci, in  quel caso ciclidi dell'africa centro-occidentale, possono comunicare tra di loro e di come sia facilmente osservabile tutto questo in una vasca spartana.
I cambiamenti di colore repentini producono informazioni veicolate visivamente e dirette a consepecifici, prole o predatori. L'appassionato attento, con un poco di esperienza, riconosce i segnali; capisce se c'è stress, paura, voglia di riprodursi o se, da qualche parte, c'è un nuvola di avannotti occultata da una madre premurosa. Le nostre osservazioni domestiche però peccano di accuratezza e precisione e allora ci viene in soccorso la scienza che ci aiuta decodificare quelle macchie nere che tanto in fretta appaiono e scompaiono sul corpo dei nostri pesci.
Purtroppo i lavori sui pesci d'acqua dolce non sono moltissimi e quelli che vengono pubblicati meritano ogni attenzione del caso. 

In un interessantissimo articolo apparso sull'ultimo numero di Neotropical Ichthyology viene presa in esame Apistogramma hippolyte Kullander, 1982.

A. hippolyte è una specie afferente all' A. steindachneri complex. La sua distribuzione naturale vede interessati i bacini del rio Negro, rio Solimoes, rio Branco, rio Tefè e lago Manacapurù. Predilige biotopi a lettiera nelle calme zone di ripa. Tipico abitante di acque nere è possibile trovarlo in acqua tenere (<50 uS/cm) e molto acide (pH 4.0-5.5). Secondo Romer non è una specie particolarmente gregaria (ricordo che di alcune specie di Apistogramma e possibile trovare aggregazione di migliaia di individui per metro quadro!).


tratti distintivi in A. hippolyte
Basato su Baerends & Baerends van-Roon (1950) and Römer (2001). 
Disegno di D. B. Lima-Silva.


Lo scopo degli autori era quello di verificare i cambiamenti di pattern associati ai diversi contesti comportamentali.
Nello studio, durato 5 mesi, sono stati impiegati più di mille esemplari posti in un laghetto semiartificiale nei pressi di una stazione di ricerca ittiologica, su di un affluente del Rio Negro, non molto distante da Manaus. Il laghetto, 40x14x0,5 m; 280.000 litri), ricreva le condizioni ecologiche presenti nei biotopi di elezione della specie.

I risultati delle osservazioni hanno prodotto 5 pattern fondamentali + 1 (pattern giallo-nero tipico delle femmine delle specie appartenti al genere Apistogramma).



a-b = “plain”;



 c-d = “stripe-spot”; 



e-f = “painted-face”; 


g= “barred”; 
h = “shining”; 


i-j = femmina in cure parentali





Foto (b), (d), and (h) by J. Zuanon; (f)modified from Römer (2001);
and (j) by F. Mendonça. 
Disegni di D. B. Lima-Silva.

"Plain" (Fig. A-B): è la colorazione più frequente, tipica del foraggiamento. I pesci sono tranquilli e "pascolano" placidamente sulla lettiera. La colororazione tenue e l'assenza di macchie e bande nere permette agli esemplari che l'adottano di confondersi cripticamente col substrato.

"Striped-Spot" (Fig C-D): viene adottata in situazioni di stress improvviso (paura), come un movimento improvviso o per la presenza di un predatore;
Nei maschi è l'habitus della fuga, nelle femmine quello della sottomissione.

"Painted-Face" (Fig E-F): osservabile nei grossi maschi dominanti, immediatamente prima di un'aggressione, intra o inter specifica, e nelle femmine in modalità iperaggressiva (con prole al seguito).
La frequenza non è alta nell'esperimento svolto in Brasile, ma è bene notare come, secondo Romer, questo sia uno dei pattern più diffusi in cattività.
E' probabile che lo spazio ridotto delle vasche in cui mettiamo i nostri pesci aumenti la frequenza di comportamenti spiccatamente aggressivi.

"Barred" e "Shining" (Fig. G-H): pattern tipici dei comportamenti riproduttivi. Parate tra maschi, corteggiamento. Si mettono in risalto maggiormente i colori.

"Pattern riproduttivo femminile" (Fig. I-J): tipico ed esclusivo delle femmine, in presenza di uova deposte o di piccoli. Il colore di fondo, giallo brillante, evidenzia il nero inenso di macchie e bande che indicano attegiamento aggressivo nei confronti dei maschi. Le macchie nere sulle pinne pelviche servono invece per la comunicazioni con gli avannotti sul substrato.

Qui trovate tutte le frequenze relative all'espressione dei pattern nei diversi contesti comportamentali:



I ricercatori hanno evidenziato, inoltre, la rapidità con cui questi pattern si avvicendano sul corpo dei pesci. Un maschio dominante può passare dal "pointed face" per scacciare un intruso dal proprio territorio al "plain", una volta tornato in possesso della propria zona, in meno di 20 secondi. Questo è reso possibile dalla natura neurocrina nel controllo dei cromatofori e dalla posizione superficiale dei cromatofori stessi nell'epidermide.

La vastità dell'argomento, ancora poco sviluppato dai ricercatori, e le discrepanze che ci possono essere tra quello che avviene in natura e quello che vediamo nelle nostre vasche (ma qui basterebbe metterli in condizioni più idonee per ridurle al minimo), offrono possibilità pressoché infinite .
Non parlano, è vero, ma comunicano...non è poi cosi banale.






Raoni Rosa Rodrigues, Lucélia Nobre Carvalho, Jansen Zuanon & Kleber Del-Claro. Color changing and behavioral context in the Amazonian Dwarf Cichlid Apistogramma hippolytae (Perciformes) Neotropical Ichthyology, 7(4):641-646, 2009


Römer, U. 2001. Baensch/Mergus Cichlid Atlas. Berlin, Mergus
  Publisher, 1310p.

6 commenti:

  1. Comunicano tra loro ed anche a noi. Hai proprio ragione che li capiamo poco e soprattutto ne sappiamo poco anche se a volte ne sanno di più gli acquariofili che gli scienziati.

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  2. Livio, lo studio degli scienziati dura magari solo un anno mentre un acquariofilo un ciclide lo tiene in casa 5 o 10 anni, anche 15-20 se si tratta di qualche grosso americano e arriva a conoscerne morte e miracoli. Comunque gli apisto hanno buoni cambiamenti di pattern mentre ci sono alcuni ciclidi come gli mbuna che hanno solo poche variazioni, sia pattern melanico che colorazione. Il piu' impressionante ciclide visto da questo punto di vista è sicuramente H. temporalis che si puo' paragonare ad un camaleonte ed in un minuto puo' assumere decine di cambiamenti.
    Buone feste Fabio!

    Ciao Enrico

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  3. Concordo in pieno con te Enrico. Da ora quindi è vietato descrivete nuove specie se non sei acquariofilo! :-D

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  4. :D
    Articolo interessantissimo, anche per me che non sono certo un appassionato di ciclidi...

    Fabio approfitto per farti gli auguri di Natale a te e a tutti i lettori.

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  5. molto interessante!! in effetti ci voleva uno scenziato per capire queste cose? :-D

    cla

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  6. Pensando alla "Painted face" direi che hai proprio ragione. I nostri pesci sono in genere allevati in acquari piccoli dove non c'è molto da fare se non litigare. Di questo ne avevo parlato anche con Ellen Thaler che diceva che i pesci, marini ovviamente visto il suo campo di interesse, si trovano in acquario dove hanno fame e non possono fare altro che litigare. In acqua dolce il problema alimentazione non è grave quanto in acquar marina, ma il risultato è lo stesso.

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